Sostenibilità o turismo travestito?

Di Italiano alle Canarie

Entro la fine del 2026 sarà completato il primo eco-porto intelligente delle Isole Canarie, un’infrastruttura pionieristica che sorgerà sull’isola di La Graciosa grazie a un investimento di 14 milioni di euro. L’obiettivo dichiarato è duplice: migliorare la gestione dei rifiuti marini e diventare un modello di sviluppo sostenibile replicabile nel resto dell’arcipelago.

1. Dal rifugio dei pescatori al porto del futuro

Una trasformazione storica verso un’infrastruttura multifunzionale e tecnologica

Nel tempo, il porto di Caleta de Sebo è passato da semplice rifugio per la pesca a snodo commerciale e turistico. Il nuovo progetto rappresenta un ulteriore passo verso l’innovazione, con l’intento di conciliare le attività marine e ittiche con la salvaguardia ambientale.

2. Tecnologie verdi e attività integrate


Pannelli solari, risparmio idrico e sinergie tra pesca e turismo

L’eco-porto consentirà di armonizzare le attività acquatiche e della pesca, promuovendo al contempo lo sviluppo socioeconomico in un contesto naturale protetto. Tra le principali innovazioni previste: installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di monitoraggio dei consumi idrici e una significativa riduzione dell’impronta di carbonio.

3. Un modello da esportare nelle altre isole

La Graciosa come laboratorio sperimentale per l’intero arcipelago canario

Presentato nel 2024 dal consigliere alle Opere Pubbliche, Edilizia e Mobilità del Governo delle Canarie, Pablo Rodríguez, il progetto è stato definito «rivoluzionario» e costituisce una delle priorità strategiche dell’attuale legislatura per la modernizzazione dei porti. La gara per l’assegnazione dei lavori risale a due anni fa. Secondo Rodríguez, La Graciosa fungerà da esempio per futuri eco-porti da realizzare nelle altre isole.

4. Eco-porto o espediente per attrarre nuovi turisti?

Il rischio di un greenwashing istituzionale sotto l’etichetta della sostenibilità

L’introduzione del concetto di “eco-porto” solleva anche interrogativi legittimi. Non è escluso che, dietro la volontà di promuovere la sostenibilità, si celi una strategia per incentivare il turismo, oggi sempre più attratto da proposte legate all’ambiente. In un contesto in cui il turismo rappresenta una delle principali pressioni sulle risorse naturali dell’arcipelago, l’uso di etichette come “intelligente” o “sostenibile” rischia di diventare uno strumento di marketing più che un reale cambiamento di paradigma.

5. La verità sommersa dei rifiuti marini

Un problema strutturale ignorato nella narrativa ufficiale

Il riferimento alla “migliore gestione dei rifiuti marini” merita attenzione. La Graciosa, pur essendo parte di una riserva marina protetta, è tristemente nota tra residenti e attivisti per essere uno dei luoghi dove si accumulano grandi quantità di plastica e detriti galleggianti, trasportati dalle correnti oceaniche. In questo contesto, il nuovo porto potrà davvero offrire una risposta strutturale a un problema cronico, o si limiterà a interventi cosmetici?

6. L’ossessione per la CO₂: mito o urgenza?

L’impronta di carbonio tra sensibilizzazione ambientale e ideologia dominante

Il ricorrente richiamo alla “riduzione dell’impronta di carbonio” pone interrogativi sul bilanciamento tra necessità ambientali e retorica. L’anidride carbonica è, sì, un gas serra pubblicizzato come colpevole del cambiamento climatico, ma è anche fondamentale per il ciclo vitale delle piante. Il rischio è che il concetto di “carbon footprint”, oggi spesso semplificato e strumentalizzato, venga utilizzato più come leva ideologica che come parametro scientifico.

7. Una prova di maturità per le Canarie

L’eco-porto tra visione strategica e contraddizioni del modello insulare

In sintesi, il progetto dell’eco-porto di La Graciosa rappresenta una sfida infrastrutturale significativa, ma anche un banco di prova politico e culturale. Sarà davvero un modello di sostenibilità o finirà per essere la vetrina di un turismo ancora più presente, seppur vestito di verde?