Un fenomeno atmosferico noto ma poco raccontato mette in discussione la narrazione turistica della capitale grancanaria e influisce sul benessere dei visitatori
Di Italiano alle Canarie
Un’estate grigia in pieno Atlantico
Immaginate di andare in vacanza a Las Palmas in estate e trovare un cielo simile a quello di Glasgow o Amburgo. Come un novembre a Manchester, ma in pieno luglio. I turisti cercano il sole e si ritrovano sotto un cielo grigio e spento, senza pioggia ma privo di allegria, in un eterno inverno fuori stagione. Mentre Las Palmas si presenta spenta e coperta, il sud di Gran Canaria brilla al contrario per sole e buonumore. I residenti dell’isola lo sanno bene e prenotano con mesi d’anticipo case vacanza o appartamenti nel sud. Molti turisti ignari, invece, si ritrovano prigionieri di vacanze nuvolose. Anche i pochi croceristi che approdano a Las Palmas durante l’estate sbarcano spesso sotto un cielo grigio e poco incoraggiante, ben lontano dall’immagine di paradiso tropicale che ci si aspetterebbe da una capitale atlantica.
Il clima che condiziona la mente
Ogni estate la scena si ripete: decine di migliaia di turisti – e non pochi residenti – trascorrono le giornate sotto un cielo plumbeo e impenetrabile. L’aria è fresca, e quella che doveva essere una fuga verso il paradiso si trasforma in qualcosa di più profondo della semplice delusione: tristezza, irritabilità, persino ansia. Il colpevole, ben noto ai canari, è il fenomeno meteorologico chiamato “panza de burro”. Ma il suo impatto non è solo climatico: è anche biochimico.
Che cos’è davvero la panza de burro
La cosiddetta panza de burro è causata dagli alisei, che sospingono nubi sulla costa nord e nord-est dell’isola durante l’estate. Un’estate al contrario: mentre il resto del mondo cerca l’ombra, qui si cerca il sole. Ma non lo si trova. Il problema non è solo l’aspetto visivo del cielo, ma ciò che accade nel corpo umano in assenza di luce solare diretta.
La serotonina dipende in parte dall’esposizione alla luce solare. Se per giorni non c’è sole, il corpo ne riduce la produzione, con effetti immediati sull’umore.
La serotonina, nota come “ormone del benessere”, regola aspetti fondamentali dell’equilibrio psichico: umore, sonno, appetito, energia vitale. La sua produzione naturale si riduce con la nuvolosità intensa e persistente, come accade nei mesi estivi a Las Palmas. Eppure da anni le istituzioni e gli operatori turistici promuovono la capitale come “città dal clima mite e soleggiato tutto l’anno”. Ma questa promessa vacilla con l’arrivo della panza de burro. Le famiglie che prenotano vacanze fidandosi delle immagini ufficiali – sole radioso, gente felice – si ritrovano intrappolate in una realtà atmosferica ben diversa, spesso poco menzionata.
Dalle spiagge del nord alla fuga verso il sud
Diversi visitatori arrivano a Las Palmas con l’aspettativa di giornate soleggiate, spesso alimentata da immagini promozionali e siti ufficiali che mostrano cieli limpidi e volti sorridenti. Tuttavia, non sono rari i casi in cui, dopo giorni senza neppure un’ora di sole, il malcontento prende il sopravvento. Le difficoltà si amplificano nelle famiglie con bambini, dove l’irritabilità e la stanchezza generale possono spingere a cambiare programma all’ultimo momento, optando per una fuga verso il sud dell’isola.
Secondo gli esperti, il disagio non è soltanto logistico: l’impatto sulla salute emotiva può essere significativo, soprattutto tra le fasce più vulnerabili come famiglie, anziani e persone già provate da condizioni psicologiche delicate.
Questo spostamento turistico dell’ultimo minuto – dalla capitale al sud, verso zone come Meloneras, San Agustín o Arguineguín – non è indolore: sovraccarica l’offerta ricettiva, crea pressioni sui servizi e genera caos in una zona già affollata durante l’alta stagione. Il tutto a causa di un fenomeno prevedibile ma taciuto.
Informare con onestà è anche salute pubblica
Riconoscere apertamente che Las Palmas non rappresenta una meta soleggiata nei mesi di luglio e agosto non dovrebbe costituire un problema. La città possiede infatti altri punti di forza su cui valorizzare la propria offerta turistica. Tuttavia, continuare a ignorare o minimizzare gli effetti della panza de burro non solo genera frustrazione tra i visitatori, ma può avere ripercussioni anche sul loro benessere emotivo. Mentre il sud dell’isola continua ad accogliere turisti alla ricerca del sole, resta evidente che il solo clima non basta a compensare una comunicazione turistica poco trasparente. Una promozione più onesta e consapevole rappresenta, in questo senso, anche una responsabilità verso la salute pubblica.