Dall’allarme delle imprese alle distorsioni del sistema legale, un fenomeno che paralizza l’edilizia, scoraggia gli investimenti e trova preoccupanti analogie con la realtà italiana.

Di Italiano alle Canarie

Un fenomeno in crescita che allarma cittadini e imprese

La diffusione dell’“okupación” – ovvero l’occupazione abusiva di abitazioni o locali sfitti senza il consenso dei legittimi proprietari – desta crescente preoccupazione nella società canaria. Si tratta di una pratica che, oltre a minare la convivenza civile, mette seriamente in pericolo settori strategici dell’economia locale, come l’edilizia, l’investimento privato e il diritto a un alloggio dignitoso.

Il grido d’allarme del settore edile

Oscar Izquierdo, presidente di FEPECO (Federazione Provinciale degli Imprenditori del Settore delle Costruzioni di Santa Cruz de Tenerife), denuncia che l’occupazione abusiva è diventata il principale ostacolo a uno sviluppo urbano ordinato, pianificato e sicuro. In molti comuni delle Canarie, le occupazioni colpiscono non solo abitazioni vuote, ma anche progetti edilizi interrotti, immobili in costruzione e persino edifici già completati. Il risultato è un clima di profonda insicurezza giuridica e il blocco di iniziative già penalizzate dalla burocrazia e dai ritardi nell’ottenimento delle licenze.


Una minaccia per l’economia locale

Questa situazione determina un aumento dei costi e scoraggia imprenditori e costruttori, i cui sforzi vengono vanificati da pratiche fuori dalla legalità. Izquierdo definisce gli occupanti abusivi come veri e propri “sequestratori” di beni, protagonisti di un comportamento incivile che scoraggia qualsiasi forma di investimento. In un contesto in cui la tutela della proprietà privata non è garantita, diventa impensabile costruire alloggi accessibili, creare occupazione stabile o promuovere una crescita economica sostenibile.

La richiesta di garanzie e riforme

FEPECO lancia un messaggio inequivocabile: “Senza sicurezza giuridica non c’è edilizia. Senza protezione da parte delle istituzioni pubbliche non c’è investimento. E senza investimento non ci sono né lavoro né case.”

Izquierdo sottolinea che il comparto delle costruzioni, fondamentale per l’economia canaria, è oggi ostacolato da una combinazione di fattori: burocrazia, lentezze amministrative e la paura concreta che una promozione edilizia venga occupata prima ancora della consegna. “È inaccettabile che chi infrange la legge venga tutelato, mentre chi opera nel rispetto delle regole venga ostacolato. Tenerife non può trasformarsi in un territorio ostile agli investimenti, mentre si giustificano con retoriche buoniste comportamenti che violano i diritti collettivi.”

Una bomba a orologeria sociale

La federazione degli imprenditori chiede riforme legislative rapide e incisive. Pur riconoscendo i recenti miglioramenti nell’efficienza della giustizia, FEPECO ritiene che occorrano interventi più coraggiosi. È indispensabile offrire supporto concreto agli sviluppatori, veri generatori di ricchezza e occupazione, attraverso una collaborazione istituzionale costante che garantisca sicurezza giuridica in tutte le fasi del processo edilizio: dalla compravendita del terreno alla consegna delle chiavi.

L’occupazione abusiva rappresenta una bomba a orologeria per il futuro delle isole. Colpisce cittadini, imprese, lavoratori e giovani in cerca di una casa in affitto o in proprietà. Alimenta l’economia sommersa e distorce il mercato immobiliare.

Un fenomeno che trova molte analogie anche in Italia

Per molti versi, la situazione descritta nelle Canarie presenta evidenti analogie con la realtà italiana. Anche in Italia, l’occupazione abusiva è un problema strutturale, soprattutto nelle grandi città, dove le difficoltà di accesso alla casa si intrecciano con pratiche illegali e inefficienze giudiziarie. La tutela della proprietà privata è spesso compromessa da un sistema giudiziario lento e da strumenti di intervento inadeguati. Come nelle Canarie, questo clima di insicurezza giuridica frena gli investimenti immobiliari, ostacola la rigenerazione urbana e alimenta un dibattito politico polarizzato, in cui il diritto alla casa viene frequentemente contrapposto alla legalità. Si tratta, quindi, di una distorsione non isolata, ma comune a molte realtà europee che condividono simili fragilità istituzionali e sociali.