Una società che promuove i diritti degli animali ma che continua a tradirli ogni giorno: l’ipocrisia tra valori proclamati e realtà vissuta.

Di Italiano alle Canarie

Non sono oggetti, sono vite

Un cane non è un regalo di Natale, né un gatto un rimedio alla solitudine. Avere un animale domestico implica una responsabilità ben più grande di uno smartphone all’ultima moda. Non si tratta di beni da sostituire a piacimento, come un paio di scarpe scomode o una serie TV che non convince. Un animale non è qualcosa che si restituisce, né tantomeno si abbandona quando non risponde più alle nostre aspettative.

Eppure, in Spagna il fenomeno dell’abbandono animale continua a crescere. Secondo l’ultimo rapporto della Fundación Affinity, nel 2024 i rifugi hanno registrato l’ingresso di oltre 292.000 tra cani e gatti, con un aumento di quasi il 2% rispetto all’anno precedente. Una tendenza inarrestabile che riporta il Paese ai livelli pre-pandemia.

Abbandoni tutto l’anno, non solo d’estate


Contrariamente a quanto si crede, il picco di abbandoni non si registra solo in estate. «Gli ingressi sono costanti durante tutto l’anno», spiega Laura Rodríguez, responsabile della sensibilizzazione della Fundación Affinity. Fa eccezione il caso dei gatti, che vedono un aumento nei mesi caldi a causa del ciclo riproduttivo: tra primavera ed estate nascono molte cucciolate non desiderate.

Cause principali:

disinteresse e difficoltà abitativeTra i motivi più comuni dell’abbandono vi sono la perdita di interesse per l’animale e i cambi di domicilio, spesso legati alla difficoltà di trovare case in affitto che accettino animali. Solo il 5% dell’offerta immobiliare lo permette, secondo i dati del portale Fotocasa.

L’abbandono non fa distinzioni di età o razza: il 60% dei cani accolti è adulto, mentre quasi la metà dei gatti sono cuccioli.

Adozioni in crescita, ma ancora insufficientiNegli ultimi anni, sia gli abbandoni sia le adozioni sono aumentati. Dal 45% di animali adottati nel 2023 si è passati al 52% nel 2024. Un dato positivo, ma ancora lontano da un reale cambiamento strutturale.

In Spagna, ogni ora vengono abbandonati in media 33 cani o gatti. La Fundación Affinity insiste: la prevenzione è la vera strada da seguire. Identificare, sterilizzare, educare e adottare in modo consapevole non sono solo opzioni, ma scelte di civiltà. Prendersi cura di un animale significa assumersi un impegno. E mantenerlo, sempre.

Una contraddizione culturale profonda

Tutto ciò solleva una riflessione scomoda. La società spagnola si mostra molto sensibile alla causa animale: promuove campagne pubbliche, messaggi istituzionali, normative avanzate e una narrativa costante contro il maltrattamento. In alcuni casi, la legislazione sembra persino offrire agli animali una tutela superiore rispetto a quella riconosciuta a molti esseri umani vulnerabili.

Eppure, dietro tanta sensibilità proclamata, i numeri raccontano una realtà molto diversa. Emergono ipocrisie sociali, contraddizioni profonde e forse una crudeltà silenziosa, normalizzata e nascosta sotto la patina della compassione. Una violenza di fondo che non si manifesta con aggressività diretta, ma con l’indifferenza quotidiana.

Dietro la comunicazione impeccabile, la società spagnola mostra una difficoltà concreta nel rendere coerenti i propri valori con i comportamenti reali, rivelando così una fragilità culturale che va ben oltre il solo ambito del benessere animale.

In definitiva, si predica bene, ma si razzola male. E questo, più che una semplice incoerenza, è il segno di una cultura che deve ancora compiere molta strada prima di potersi definire veramente civile.