Il nuovo contesto geopolitico rilancia il ruolo delle Canarie nella strategia militare, ma le competenze locali restano limitate

Di Italiano alle Canarie

L’attuale scenario internazionale ha riacceso il dibattito sull’aumento del bilancio militare in Spagna e nelle sue comunità autonome. Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha annunciato che nel 2025 la spesa per la Difesa raggiungerà il 2,1% del Prodotto Interno Lordo (PIL), per un investimento complessivo di 33.123 milioni di euro. Una decisione che, secondo un rapporto dell’Osservatorio Difesa e Società promosso da Nitid Corporate Affairs, avrà ricadute significative anche per le Canarie. Il documento afferma che il comparto impiegherebbe già oltre il 6% del totale degli occupati nel settore a livello nazionale, anche se tale percentuale non è attualmente confermata da fonti statistiche ufficiali indipendenti.

Benefici economici per le Canarie: tra aspettative e limiti

Nonostante il crescente interesse strategico per le Canarie nel quadro della Difesa nazionale ed europea, va evidenziato un limite strutturale significativo: la carenza di competenze tecniche e professionali specializzate nel territorio. Secondo Cadena SER, l’occupazione tecnologica nelle Canarie è tra le più basse del Paese, attestandosi a circa il 2,2% del totale.

Inoltre, uno studio dell’Università di La Laguna segnala che le politiche di ricerca e sviluppo nel comparto Difesa stentano a trasferirsi nel settore produttivo locale. Questo scenario pone un freno concreto alla possibilità che l’espansione degli investimenti militari si traduca automaticamente in sviluppo occupazionale locale, se non accompagnata da un piano di formazione e riconversione professionale mirato.


Oltre all’impatto occupazionale diretto, il documento sottolinea come l’incremento della spesa pubblica in ambito militare avrà un effetto moltiplicatore sull’industria, sulla tecnologia e sullo sviluppo regionale. Un potenziale particolarmente rilevante per territori come le Canarie, dove la Difesa riveste un ruolo chiave per la sicurezza esterna del Paese.

La posizione geografica dell’arcipelago, situato nel cuore dell’Atlantico e in prossimità della rotta verso l’Africa occidentale, ne fa un punto strategico per il controllo dei flussi migratori, il monitoraggio del traffico marittimo e la proiezione delle forze armate spagnole in scenari internazionali.

La presenza di basi logistiche e operative assicura una risposta rapida in situazioni di crisi e rafforza il ruolo strategico della Spagna all’interno della NATO e dell’UE. Per le Canarie, ciò si traduce in un’opportunità di sviluppo economico locale, legata alla possibilità di ampliamento delle infrastrutture militari e alla crescente importanza geopolitica dell’arcipelago.

Secondo il rapporto dell’Osservatorio, il nuovo quadro finanziario potrebbe creare fino a 175.316 nuovi posti di lavoro in tutta la Spagna, accompagnato da una forte crescita del settore privato della Difesa, che aumenterebbe la sua produzione annuale da 9.933 a 12.849 milioni di euro.
Tuttavia, non viene specificata quale quota di questi nuovi impieghi riguarderà effettivamente le Canarie, rendendo l’affermazione sul potenziale impatto occupazionale nell’arcipelago quantomeno generica e non verificabile nei dettagli.

L’accordo con la NATO e la pressione statunitense

L’annuncio di Sánchez è arrivato dopo l’intesa raggiunta con la NATO per ottenere un’“eccezione iberica” — simile a quella negoziata in sede europea durante la crisi energetica — volta a contenere i costi del gas. L’accordo si inserisce in un contesto di forti pressioni da parte degli Stati Uniti: il presidente Donald Trump ha recentemente chiesto agli alleati europei di portare la spesa militare al 5% del PIL. Sebbene durante l’ultima riunione dell’Alleanza Atlantica Sánchez abbia partecipato al dibattito sull’innalzamento della spesa militare, ha ribadito che per la Spagna il tetto resterà fissato al 2,1%.

La risposta di Trump non si è fatta attendere: ha minacciato una possibile guerra commerciale che potrebbe portare la Spagna a pagare “il doppio” se non si allineerà alle richieste americane, anche se tale scenario appare poco realistico.

I limiti giuridici di una minaccia commerciale

L’affermazione del presidente Trump, secondo cui la Spagna dovrebbe “pagare il doppio” se non aumenta la sua spesa militare al 5% del PIL, appare difficilmente praticabile sotto il profilo giuridico ed economico. Questo perché la Spagna, come Stato membro dell’Unione Europea, non gestisce autonomamente la propria politica commerciale: le competenze in materia di commercio estero e dazi doganali appartengono esclusivamente all’Unione Europea.

Di conseguenza, eventuali misure punitive o sanzioni commerciali imposte dagli Stati Uniti non potrebbero essere rivolte direttamente alla sola Spagna, ma dovrebbero riguardare l’Unione nel suo complesso. Tutti gli scambi internazionali di beni e servizi, compresi quelli con gli Stati Uniti, sono regolati da accordi multilaterali firmati a livello europeo e non bilaterale.

Per questo motivo, la minaccia di una “guerra commerciale” nei confronti della Spagna si configura più come un’uscita retorica a fini politici che come una prospettiva realistica o attuabile.

Tra potenzialità e realismo

Se è vero che le Canarie, per la loro posizione strategica, potrebbero teoricamente trarre benefici occupazionali dall’aumento della spesa militare, il rapporto dell’Osservatorio appare ottimistico e poco esaustivo. Le stime presentate lasciano intravedere ricadute economiche significative per l’arcipelago, ma un’analisi più attenta rivela che questi benefici, senza un adeguato investimento in formazione e sviluppo del capitale umano locale, rischiano di rimanere solo potenziali.

Inoltre, al momento appare più concreta per le Canarie la prospettiva di un incremento delle attività militari legate all’ampliamento e all’ammodernamento logistico-infrastrutturale. Tuttavia, sul piano occupazionale, la strada resta in salita: la mancanza di competenze specialistiche rischia di limitare fortemente l’impatto locale dell’espansione del settore Difesa.