L’immigrazione fa volare i numeri, ma nelle Isole Canarie aumentano solo gli anziani stranieri mentre i giovani locali se ne vanno
Di Italiano alle Canarie
Cresce la popolazione grazie all’immigrazione, ma emergono squilibri territoriali e generazionali
La Spagna ha raggiunto un nuovo massimo storico di popolazione: 49,3 milioni di residenti al 1° luglio 2025, secondo i dati appena pubblicati dall’Instituto Nacional de Estadística (INE). Solo nel secondo trimestre dell’anno, il Paese ha guadagnato quasi 120.000 nuovi abitanti, confermando un trend di crescita ormai costante da diversi trimestri consecutivi.
Cosa spinge la crescita?Il principale motore dell’aumento demografico non è la natalità – che rimane stagnante – ma l’immigrazione. La maggior parte dei nuovi residenti sono cittadini stranieri arrivati nel Paese alla ricerca di migliori condizioni di vita o opportunità lavorative. Un dato che riapre il dibattito sulle politiche migratorie e sulla reale capacità del sistema spagnolo di accogliere e integrare nuovi cittadini in modo sostenibile.
E le Canarie? Più residenti, ma sempre più anziani
Anche l’arcipelago registra un aumento, seppur più contenuto: secondo l’INE, nel quarto trimestre del 2024 la popolazione delle Isole Canarie è cresciuta dello 0,14%, raggiungendo 2,2 milioni di abitanti. Tuttavia, i dati più recenti aggiornati al 1° luglio 2025 raccontano una realtà molto più articolata. Nei primi sei mesi dell’anno, la popolazione delle Canarie è aumentata di 4.447 unità, ma la crescita è trainata quasi esclusivamente da stranieri: 2.495 nuovi residenti contro 1.952 spagnoli.
In un anno, l’arcipelago ha guadagnato 15.571 abitanti, di cui 9.714 stranieri. Ma a fronte di questa crescita numerica si verifica un preoccupante squilibrio demografico: aumentano gli over-55 (soprattutto pensionati europei), mentre diminuiscono drasticamente i giovani, soprattutto i minori di 14 anni (-3.477 unità).
Un ricambio generazionale che non c’è
La fascia d’età tra i 30 e i 54 anni ha perso più di 4.500 persone in appena sei mesi. L’unico lieve incremento nella popolazione giovane riguarda i 15-24enni stranieri, a conferma che il ricambio generazionale nelle Canarie è sempre più affidato all’immigrazione, mentre i giovani canari continuano ad andarsene in cerca di migliori opportunità.
Le cause? Affitti inaccessibili, salari bassi, lavoro precario, servizi sanitari e abitativi insufficienti nelle zone turistiche. Le Isole Canarie rischiano di diventare una “casa di riposo” per l’Europa del Nord, mentre la loro forza lavoro evapora.
Crescita numerica vs declino sociale
Se a livello nazionale la Spagna può vantare una crescita record, nelle Canarie è lecito chiedersi: crescere come, e per chi? L’arcipelago invecchia rapidamente, perde popolazione produttiva e rischia di ritrovarsi, nel medio periodo, senza una base economica e sociale sostenibile.
Più popolazione significa anche maggiore pressione su case, ospedali, trasporti, scuole e risorse naturali. E in regioni come le Canarie, già in difficoltà, questa pressione può trasformarsi in crisi.
Un campanello d’allarme ignorato?
Dietro le spiagge da cartolina e il mito del “paradiso canario” si nasconde una realtà fragile, piena di squilibri strutturali. L’aumento della popolazione straniera over-55, la fuga dei giovani e il calo degli attivi mettono a nudo la mancanza di una strategia politica lungimirante.
E nonostante questi nuovi residenti anziani non percepiscano la pensione dallo Stato spagnolo, vivono comunque nelle Canarie e usufruiscono di servizi pubblici locali: sanità, trasporti, infrastrutture e servizi sociali, generando un carico indiretto sul welfare regionale senza contribuire pienamente al sistema fiscale. Un paradosso demografico-economico che, se non governato, rischia di erodere ancora di più la già debole sostenibilità sociale dell’arcipelago.