Il governo regionale chiede un rafforzamento operativo e umanitario dell’agenzia europea, con maggiore partecipazione delle isole nelle decisioni strategiche, ma non si parla di limitazione dell’immigrazione

Di Italiano alle Canarie

Il Governo delle Canarie ha presentato alla Commissione Europea una proposta in cui chiede un rafforzamento materiale e umano “significativo” del dispiegamento della Guardia Europea di Frontiera e Coste (Frontex) nell’arcipelago. L’iniziativa, avanzata dall’esecutivo di Fernando Clavijo, risponde alla consultazione avviata da Bruxelles per aggiornare la normativa che regola l’agenzia europea.

Maggiori risorse e ruolo umanitario

Il piano propone un incremento della presenza di Frontex con mezzi aerei, imbarcazioni, radar e sistemi di sorveglianza calibrati sull’ambiente marittimo e insulare. L’obiettivo è rafforzare in modo stabile e proporzionato il controllo della frontiera marittima, soprattutto lungo la pericolosa Rotta Atlantica.

Attualmente il personale di Frontex alle Canarie opera prevalentemente nei Centri di Attenzione Temporanea per Stranieri (CATE), fornendo supporto alla Polizia Nazionale nelle procedure di identificazione dei migranti. Il governo regionale chiede che l’agenzia assuma un ruolo più ampio, cooperando non solo nella vigilanza costiera ma anche nelle missioni di ricerca e soccorso, con protocolli specifici in coordinamento con Salvamento Marítimo.


Più voce alle Regioni ultraperiferiche

Tra le richieste vi è una maggiore partecipazione delle autorità regionali alla pianificazione operativa di Frontex. L’esecutivo sottolinea che le comunità autonome gestiscono servizi essenziali come sanità e assistenza sociale e devono quindi essere coinvolte nei processi decisionali.

La proposta insiste su un approccio differenziato per le Regioni Ultraperiferiche (RUP), come le Canarie, che vivono condizioni particolari di pressione migratoria, limiti logistici e vulnerabilità territoriale.

Un flusso migratorio in crescita

Il documento ricorda che oltre 87.000 migranti sono arrivati via mare alle Canarie tra il 2023 e il 2024 e che più di 5.000 minori non accompagnati sono ospitati in 82 strutture dell’arcipelago. Un recente rapporto di Frontex prevede che la pressione migratoria sulle isole resterà alta anche nel 2025, a causa dell’instabilità politica e umanitaria in Africa occidentale, del deterioramento della sicurezza nel Sahel e della crescente strumentalizzazione dei flussi migratori.

Collaborazione con i Paesi di origine

Il governo canario chiede che la riforma del regolamento Frontex includa accordi con i Paesi di origine e di transito, per consentire operazioni di vigilanza congiunta nelle acque africane.

Inoltre, sollecita l’inserimento di moduli specifici nei programmi di formazione del personale dell’agenzia, dedicati ai diritti fondamentali e alla protezione delle persone più vulnerabili: minori, donne a rischio di violenza di genere, disabili e anziani.

Verso una nuova regolamentazione europea

Frontex, operativa dal 2005 e regolata dall’attuale normativa del 2019, è ora al centro di un processo di revisione. Nel 2024 la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha promesso di triplicarne il personale fino a 30.000 unità, dotandolo di nuove tecnologie e strumenti di sorveglianza avanzati. Bruxelles ha individuato diverse carenze nell’attuale quadro normativo e intende rafforzare Frontex come braccio operativo dell’UE nella gestione delle frontiere, con una governance solida e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali.

Più controllo, ma nessun vero freno all’immigrazione

Le richieste delle Canarie si collocano dunque in questo contesto, puntando a una presenza più incisiva di Frontex nell’arcipelago e a un approccio europeo che sappia coniugare sicurezza, umanità e cooperazione internazionale. In ogni caso, tutto ciò che viene auspicato e richiesto non implica un arresto né una drastica limitazione dei flussi migratori.
Piuttosto, evidenzia una contraddizione: mentre si chiedono più mezzi di sorveglianza e maggiore presenza di Frontex, non si prospetta un vero contenimento della pressione migratoria, ma soltanto una gestione più organizzata e coordinata di un fenomeno destinato a proseguire.