Santa Catalina e Guanarteme concentrano più alloggi turistici di interi distretti cittadini.
Di Italiano alle Canarie
La presenza della casa vacanze continua a crescere a Las Palmas de Gran Canaria, sottraendo spazi all’uso residenziale. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE), a maggio di quest’anno il 1,67% del patrimonio abitativo della capitale grancanaria è destinato a uso turistico. Una quota in costante aumento negli ultimi cinque anni: era l’1,19% nell’agosto 2021, l’1,22% nel 2022, l’1,41% nel 2023 e l’1,62% nel 2024.
In termini assoluti, questo significa 2.925 abitazioni turistiche operative, anche se altre fonti stimano la cifra in oltre 5.000.
La concentrazione: Santa Catalina e Guanarteme
Il fenomeno non è omogeneo. Più della metà degli alloggi turistici (53,95%) si concentra in due aree: l’asse Santa Catalina–Canteras e il quartiere Guanarteme, che raccolgono rispettivamente il 35,42% e il 18,53% delle case vacanze.
Questi due settori superano da soli interi distretti della città, come il Centro (15,52%), Vegueta–Cono Sur–Tafira (9,3%), Ciudad Alta (5,78%) e Tamaraceite–San Lorenzo–Tenoya (1,85%).
Epicentro: la spiaggia di Las Canteras
La maggiore concentrazione si registra nelle aree vicine a Las Canteras, dove una casa su quattro è ormai destinata a uso turistico. Un livello che supera persino località simbolo del turismo vacanziero nelle Canarie come Yaiza (24,36%) e La Oliva (23,77%).
Il riferimento del 10%
A livello regionale si è proposto un tetto del 10% per le nuove costruzioni destinate al turismo. L’analisi cambia molto in base alla scala considerata:
Livello micro (sezioni censuarie): in alcune aree statistiche la soglia del 10% è stata superata: nelle vie Nicolás Estévanez–Sargento Llagas–Las Canteras si arriva all’11,83%, e intorno a Plaza de Santo Domingo (Vegueta) si tocca il 13,56%. Altre microzone, come Calle Gomera e Tenerife (11,37%) o Tomás Alva Edison e Los Martínez de Escobar (11,88%), oltrepassano il limite.
Livello macro (quartieri): se si considera l’intero quartiere, nessuno supera il 10%. Il dato più alto è Santa Catalina–Canteras con il 9,38%.
In sintesi, nelle microzone più turistiche il 10% è stato già oltrepassato, ma nell’insieme dei quartieri la media resta inferiore. Questo accade perché in ogni quartiere convivono strade con forte concentrazione turistica e altre prive di attività ricettiva.
Altri quartieri sopra la media cittadina (1,67%) sono Vegueta (6,68%), Ciudad Jardín (4,76%), Guanarteme (4,38%), San Cristóbal (3,38%), La Isleta (3,38%) e Triana (2,39%).
L’impatto sugli affitti
I quartieri con maggiore incidenza di case vacanza mostrano alti livelli di tensione abitativa, con canoni che superano il 30% del reddito familiare:
Santa Catalina: 43,04%
Vegueta: 30,38%
Guanarteme: 33,46%
San Cristóbal: 31,14%
La Isleta: 41,10%
Triana: 35,17%
Fa eccezione Ciudad Jardín, dove i redditi più elevati consentono di assorbire meglio l’aumento dei prezzi.
Non sempre, però, esiste una correlazione diretta: quartieri come Altavista, senza case turistiche, registrano comunque la peggior situazione (70,79% del reddito destinato all’affitto). Lo stesso accade a San Lázaro–Siete Palmas (51,18%) e Cuevas Torres (55,56%), anch’essi quasi privi di attività turistica.
Conclusione
Il Comune di Las Palmas de Gran Canaria attribuisce alla diffusione della casa vacanze un ruolo dirompente nell’aumento dei canoni, tanto da chiedere la dichiarazione della città come zona abitativa tensionata.
Tra il 2019 e il 2024, il prezzo degli affitti è cresciuto del 29,4%, a fronte di un aumento del 19,69% dell’Indice dei Prezzi al Consumo nelle Canarie.
Il fenomeno coinvolge l’intera città, indipendentemente dalla presenza – o assenza – di appartamenti turistici nei singoli quartieri. Una realtà che conferma come la questione abitativa sia oggi uno dei nodi centrali del futuro urbano di Las Palmas de Gran Canaria.