Dal pascolo remunerato ai fuochi controllati: una strategia che funziona
Di Italiano alle Canarie
Un’estate di fuoco in Spagna
L’estate 2025 ha mostrato un quadro critico per la Spagna, con incendi di vaste proporzioni in diverse regioni del Paese. Al di là delle condizioni climatiche, la dimensione del disastro è legata soprattutto all’azione dell’uomo: siccità e cambiamento climatico (vero o presunto) non bastano a spiegare la quantità spropositata di roghi che continuano a devastare il territorio, con conseguenze che sono gravi e che molti ancora non percepiscono appieno.
L’esempio di Gran Canaria
A Gran Canaria, alla data del 25 agosto 2025, non risultano emergenze di grande portata rese pubbliche dalle autorità e lo stato di allerta per rischio di incendi è stato declassato nelle ultime giornate. Questo non esclude la presenza di focolai, ma suggerisce una stagione finora sotto controllo.
In questo contesto, emergono segnali di efficacia del modello di gestione dell’isola — pascolo remunerato, paesaggio a mosaico e fuochi controllati in inverno — pur considerando che anche altri fattori, come la prontezza operativa e la disponibilità di risorse, incidono sull’esito di una campagna antincendio.
Nel resto della Spagna, invece, le cronache dell’estate 2025 raccontano un’altra realtà: incendi fuori controllo in regioni come Castilla y León, Galicia ed Extremadura hanno richiesto l’intervento della Unione Europea e il supporto di mezzi internazionali attraverso il meccanismo europeo di protezione civile. Bruxelles ha inviato più di una dozzina di aerei ed elicotteri Canadair provenienti da Italia, Francia e Grecia per sostenere le squadre locali. Una mobilitazione che ha messo in luce le carenze strutturali del sistema spagnolo, costretto a ricorrere all’aiuto esterno.
Il contrasto con Gran Canaria è evidente: l’isola si distingue per una gestione preventiva strutturata e di lungo periodo. Non è una ricetta miracolosa, ma una buona pratica replicabile, capace di offrire risposte concrete dove altri territori falliscono. Un esempio da prendere sul serio se non si vuole continuare a ricadere nelle stesse emergenze di oggi.
Un modello che funziona
Gran Canaria ha fatto della lotta agli incendi una strategia di lungo periodo. Da oltre vent’anni l’isola applica un programma che unisce prevenzione, gestione del paesaggio e interventi mirati, con squadre di estinzione stabili e direttamente assunte dall’amministrazione. Un modello che il Cabildo punta a far riconoscere nel futuro Patto di Stato contro il cambiamento climatico annunciato dal premier Pedro Sánchez.
Pastori come alleati del bosco
Tra gli strumenti più innovativi spicca il pascolo controllato e remunerato, che contribuisce a mantenere puliti le aree tagliafuoco e quelle di transizione tra spazi urbani e vegetazione naturale. I pastori ricevono un compenso proporzionato alla superficie gestita e alla qualità del lavoro. Nel 2024 hanno partecipato 36 pastori con 6.750 animali, distribuiti in 47 lotti di terreni pubblici, per un investimento complessivo di circa 120.000 euro. Il costo per ettaro varia tra i 40 e i 180 euro, molto più basso rispetto alle pulizie meccaniche tradizionali, che possono arrivare fino a 4.000 euro per ettaro.
Il sistema ha doppi benefici: riduce il rischio di propagazione del fuoco e sostiene l’economia rurale, abbattendo anche le spese di foraggio per gli allevatori. Oggi il progetto copre 1.681 ettari, ma potrebbe estendersi anche a terreni privati.
Il “paesaggio mosaico”
Il progetto si inserisce nel programma Gran Canaria Mosaico, che punta a ricostruire un paesaggio agroforestale variegato fatto di campi coltivati, pascoli e boschi. Una strategia che interrompe la continuità del combustibile vegetale, limita la propagazione degli incendi, promuove la biodiversità e valorizza i prodotti locali.
Bruciare per prevenire
Accanto al pascolo, un’altra pratica chiave sono i fuochi controllati, incendi di bassa intensità realizzati nei mesi invernali. Piccole fiamme rasoterra eliminano gli aghi di pino senza danneggiare suolo e vegetazione, riducendo l’accumulo di materiale secco e creando barriere naturali contro i roghi estivi. Una tecnica che, oltre a essere ecologicamente sostenibile, permette di ridurre drasticamente i costi rispetto alle pulizie manuali.
Esperienza e formazione
Gran Canaria ha affrontato otto grandi incendi negli ultimi vent’anni, tra cui quelli devastanti del 2007 e del 2019. Da quelle emergenze ha tratto insegnamenti preziosi, esportati anche in altre regioni spagnole. Negli ultimi dieci anni, tecnici della UME (Unidad Militar de Emergencias), così come delegazioni di Andalusia e Galizia, sono arrivati sull’isola per apprendere queste pratiche.
Conclusione
L’approccio dell’isola combina tre fattori chiave – fuoco, pastori e paesaggio – per trasformare un problema in risorsa. Un metodo che riduce i costi, tutela la biodiversità e rafforza l’economia locale. Oggi Gran Canaria dimostra che la prevenzione è la strada più solida per difendere i boschi e il territorio, offrendo un modello che potrebbe diventare riferimento nazionale nella lotta agli incendi forestali.