Il caro scuola, un rituale annuale.
Di Italiano alle Canarie
La spesa media per studente in Spagna quest’anno è stimata in 422,05 euro, con un incremento dell’1,59% rispetto all’anno scolastico precedente, secondo un’analisi del comparatore finanziario Banqmi (comparatore finanziario online specializzato in prodotti bancari e di credito). Questa cifra comprende materiali, libri di testo e altre spese collegate al ritorno a scuola.
Una sfida economica crescente
A poche settimane dal ritorno in classe, le famiglie spagnole e canarie devono affrontare le difficoltà di una “vuelta al cole” sempre più costosa. Secondo l’analisi di Banqmi, i costi continuano a salire e molte famiglie sono costrette a ricorrere a soluzioni alternative.
Nell’arcipelago la spesa per i soli materiali scolastici è aumentata significativamente. Per contenere i costi, si ricorre spesso al riutilizzo del materiale dell’anno precedente o si evitano prodotti di marca, anche quando le scuole li includono nelle liste ufficiali. In alcuni casi, le famiglie si vedono costrette a chiedere prestiti o l’aiuto di parenti per affrontare le spese.
Il problema principale resta quello dei libri di testo. I programmi di aiuto non coprono tutti gli studenti e vengono distribuiti in base al reddito. Inoltre, i frequenti cambi delle normative scolastiche o l’adozione di nuovi testi impediscono ai fratelli minori di ereditare i libri già acquistati.
L’esperienza delle famiglie
Per una famiglia con tre figli si stima un esborso complessivo tra 400 e 500 euro per studente, nonostante si cerchi di riutilizzare ciò che già possiede e acquistare solo lo stretto indispensabile. Nei licei il prestito dei libri è stato sostituito con quello delle tablet digitali, ma i dispositivi non bastano per tutti e la consegna è spesso in ritardo.
La gestione delle spese viene descritta come una vera e propria acrobazia finanziaria: gli acquisti vengono distribuiti nel tempo per evitare che tutti i costi si concentrino nello stesso mese, una strategia resa necessaria soprattutto quando il bilancio familiare si regge su un solo stipendio.
Il boom del libro usato
Secondo un’analisi di Milanuncios, il 77% delle famiglie spagnole considera il ritorno a scuola un grande sforzo economico e quasi la metà ritiene che quest’anno spenderà più del precedente.
Le Canarie guidano la ricerca di libri scolastici di seconda mano in Spagna e si collocano al secondo posto per crescita della domanda, subito dopo la Galizia: a luglio si è registrato un incremento del 223% rispetto al mese precedente.
La compravendita di libri usati permette alle famiglie di recuperare parte dell’investimento dell’anno passato, grazie anche al supporto dei social network. Le sovvenzioni pubbliche, inoltre, hanno soglie troppo basse e non coprono l’intero costo dei manuali: di conseguenza, acquistare usato a un terzo del prezzo diventa la scelta più conveniente.
Un dato che dovrebbe far riflettere.
Con le Canarie in testa per la ricerca di libi usati subito dopo la Galizia, questo la dice lunga sulla situazione generale: due territori molto diversi, con indicatori economici differenti, accomunati però dalla stessa necessità di stringere la cinghia. È il segnale di un fenomeno che va oltre i confini regionali e fotografa una povertà diffusa che attraversa la Spagna da nord a sud. Un problema strutturale, che rende sempre più evidente come l’istruzione, invece di essere un diritto universale, finisca per diventare l’ennesima prova economica a carico delle famiglie.
Un effetto evidente anche nelle librerie, dove la domanda di testi scolastici è calata perché si utilizzano gli stessi manuali. Nel frattempo, i prezzi sono aumentati fino al 10%, e l’offerta di libri usati – sia online che tramite le associazioni dei genitori – ha contribuito a ridurre ulteriormente le vendite di volumi nuovi.
Uno specchio oltre la Spagna
Chi legge questo articolo dall’Italia non può che riconoscere numerose analogie con la propria esperienza scolastica italiana. Cambiano i luoghi, ma la sostanza resta la stessa: famiglie costrette a fare i conti con bilanci compressi, libri che diventano un lusso e sistemi di aiuto insufficienti. È la dimostrazione di un modello consolidato a livello internazionale, con sfumature locali ma con identiche conseguenze: un ritorno a scuola che appare sempre meno come una festa di inizio anno e sempre più come una prova di resistenza sociale ed economica.