Una tradizione preispanica che unisce generazioni
Di Italiano alle Canarie
Come ogni anno, migliaia di persone si riuniranno a La Aldea de San Nicolás per celebrare la Fiesta del Charco, una tradizione di origine preispanica che continua a vivere nel tempo e che si è trasformata in un simbolo identitario non solo per gli abitanti del comune, ma per tutta Gran Canaria.
Il piccolo centro del versante occidentale dell’isola ospiterà giovedì 11 settembre questa attesa ricorrenza, considerata uno degli appuntamenti principali delle Fiestas de San Nicolás de Tolentino, che ogni settembre trasformano La Aldea in un punto di riferimento culturale e turistico. Sono attesi oltre 10.000 partecipanti tra residenti e visitatori provenienti da altre località dell’arcipelago. La giornata sarà scandita da musica, spettacoli popolari e momenti di socialità, ma soprattutto dal desiderio collettivo di mantenere viva una pratica che si tramanda di generazione in generazione.
In cosa consiste la Fiesta del Charco?
Il cuore pulsante della celebrazione è El Charco, una laguna naturale che si trova alla foce del Barranco de La Aldea, a pochi metri dall’Oceano Atlantico. Al mattino, il paese si anima con la camminata collettiva che conduce centinaia di persone verso la laguna. La marcia è accompagnata da tamburi, chitarre, canti popolari e le caratteristiche parrandas, che creano un’atmosfera di festa e appartenenza.
Una volta giunti allo specchio d’acqua, i partecipanti si dispongono lungo il perimetro, senza toccare l’acqua. L’attesa dura fino alle 17:00, quando il lancio di un razzo pirotecnico (volador) segna l’inizio ufficiale della prova più suggestiva: la pesca tradizionale dei cefali. In quel momento, centinaia di persone si gettano simultaneamente nell’acqua per catturare i pesci a mani nude o con l’aiuto di cesti, creando uno spettacolo unico che unisce competizione, tradizione e divertimento. Sono previsti riconoscimenti per chi riesce a catturare il maggior numero di esemplari e per coloro che riescono ad aggiudicarsi i più grandi, mantenendo viva la componente ludica della festa.
Un rito di origine aborigena
La celebrazione, che si svolge puntualmente ogni 11 settembre, affonda le sue radici nella cultura aborigena canaria. Si ispira all’antica tecnica di pesca chiamata embarbascada, consistente nel versare nella laguna la linfa di piante come il cardón o la tabaiba, il cui effetto narcotizzante permetteva di catturare facilmente i pesci a mani nude. Questo metodo, praticato per secoli, testimonia il rapporto stretto tra i primi abitanti delle isole e il loro ambiente naturale.
La tradizione resistette fino al XX secolo come pratica comunitaria e, pur avendo perso la funzione originaria di sussistenza, è sopravvissuta come rito collettivo grazie alla festa patronale di La Aldea. Dal 2008, El Charco è riconosciuto come Bene di Interesse Culturale dal Governo delle Canarie, con la categoria di Sito Etnologico. Il riconoscimento non si limita all’aspetto storico, ma include anche il valore simbolico, paesaggistico e sociale di un luogo che ogni anno richiama un numero crescente di persone desiderose di partecipare.
Una festa che va oltre il folklore
La Fiesta del Charco non è soltanto un evento folklorico o turistico: rappresenta un legame diretto con le radici della società canaria, un ponte tra passato e presente che rafforza il senso di comunità e identità. Per i residenti, partecipare significa riaffermare l’appartenenza a una tradizione millenaria; per i visitatori, è un’opportunità unica di conoscere e vivere dall’interno uno degli eventi più autentici delle Canarie.
Grazie alla sua capacità di unire storia, natura e cultura popolare, la Fiesta del Charco continua a essere una delle celebrazioni più amate e significative di Gran Canaria.