Di Italiano alle Canarie
Il caldo e la calima alle Canarie, oltre a generare insofferenza e notti torride, mettono a nudo gravi carenze istituzionali che si trascinano da anni, con problemi mai risolti che tornano puntualmente a galla. Questi eventi climatici estremi non solo rendono la vita quotidiana più difficile, ma smascherano una mala gestione politica e amministrativa fatta di promesse non mantenute e soluzioni tampone, incapace di garantire diritti basilari come il benessere e la salute degli studenti.
Le associazioni dei genitori (Asociación de Madres y Padres de Alumnos, AMPA) denunciano di dover finanziare con risorse proprie soluzioni che spettano all’amministrazione, mentre aumentano i casi di scottature e colpi di calore tra gli alunni.
Emergenza caldo nei cortili e nelle aule
Alle 9 del mattino il sole batte già con forza sul Centro de Educación Infantil y Primaria (CEIP) Bañaderos, ad Arucas (Gran Canaria). Un gruppo di madri di alunni tra i 3 e gli 11 anni segnala la mancanza di spazi d’ombra nel cortile e di climatizzazione nelle aule. «I bambini tornano a casa con i segni delle magliette sulla pelle, alcuni subiscono insolazioni, il sole non perdona», raccontano le madri.
Famiglie costrette a supplire alle istituzioni
L’inizio dell’anno scolastico nelle isole è stato segnato da temperature elevate e ondate di calore ripetute. Le famiglie lamentano l’assenza di misure adeguate per garantire lezioni in condizioni salubri. In molti casi sono i genitori stessi a finanziare i dispositivi: al CEIP Martín Chirino, ad esempio, l’Asociación de Madres y Padres de Alumnos (AMPA) ha acquistato ventilatori per alleviare il caldo soffocante, un gesto accolto con gratitudine dal personale scolastico. Ma ci si chiede: è davvero compito delle associazioni di genitori doversi occupare di queste necessità basilari o dovrebbe essere responsabilità delle istituzioni pubbliche, visto che le famiglie già pagano le tasse?
A rafforzare questa domanda, la presidente della Federazione Asociación de Madres y Padres de Alumnos (AMPA) Galdós, Marian Álvarez, sottolinea che non si tratta di episodi isolati: «Le famiglie ogni anno sostengono spese tra i 10 e i 15 milioni di euro in contributi educativi, che non dovrebbero sostenere. Una verifica delle spese sarebbe quantomeno opportuna e chiarificatrice, per capire dove vanno questi soldi». Inoltre, in diversi centri, i genitori hanno contribuito a installare aree d’ombra e fontane d’acqua, come nel CEIP Fernando Guanarteme.
Un protocollo giudicato inefficace
Sempre secondo Marian Álvarez, presidente della Federazione Asociación de Madres y Padres de Alumnos, poco è cambiato dall’ottobre 2023, quando un’ondata di calore costrinse a sospendere le lezioni in tutta la regione e portò alla creazione di un protocollo di emergenza. «Ma alla fine cosa prescrive? Di ventilare le aule, di non portare i bambini in cortile se fa troppo caldo… ma tutto ciò non è sufficiente», osserva la presidente.
Le famiglie insistono che la soluzione non può essere la sospensione delle lezioni in presenza, misura prevista solo come estrema, soprattutto per chi ha figli piccoli. Chiedono invece l’adattamento delle strutture scolastiche con interventi concreti di climatizzazione e coperture.
Risposte istituzionali e richieste inevase
La Consejería de Educación riferisce di aver investito 1,5 milioni di euro nella creazione di spazi d’ombra e oltre 700.000 euro in arredi per migliorare le condizioni climatiche nelle scuole. Tuttavia, al CEIP Bañaderos – che conta 300 studenti – i genitori ricordano che le loro richieste si ripetono ogni settembre almeno dal 2021, senza risposte né dal Comune di Arucas né dal Governo delle Canarie.
La presidente dell’Asociación de Madres y Padres de Alumnos (AMPA) del centro, Marta Rosales, spiega che le famiglie hanno persino valutato di finanziare con mezzi propri la copertura del cortile, ma i costi sono proibitivi. Nel frattempo, denunciano le ustioni riportate dagli alunni nonostante la crema solare, la difficoltà a conservare farmaci sensibili come l’insulina, l’impossibilità di concentrarsi durante le lezioni e le ricreazioni trascorse in ambienti chiusi, trasformati in vere e proprie «fornaci».
Una spia di un problema sanitario più ampio
Il fatto stesso che in un centro infantile si parli di insulina è un segnale inquietante: significa che ci sono già bambini con malattie croniche destinate ad accompagnarli per tutta la vita. Non si tratta di un dettaglio, ma della spia di un sistema sanitario e sociale fragile, incapace di proteggere i più piccoli e vulnerabili. Il caldo estremo non fa che aggravare questa condizione, trasformando l’emergenza scolastica in un campanello d’allarme sulla salute pubblica delle Canarie.