Un’infrastruttura moderna e “sostenibile” che promette sviluppo ma solleva dubbi: Las Palmas apre le porte a un turismo di massa mascherato da green economy.
Di italiano alle Canarie
Sono in fase di ultimazione i lavori per l’apertura del più grande terminal crocieristico d’Europa, che sarà gestito fino al 2062 da Global Ports Canary Islands, joint venture tra il gruppo internazionale Global Ports Holding e l’azienda canaria Sepcan, della famiglia Socas.
L’inaugurazione ufficiale è prevista il 2 ottobre con l’arrivo della nave Celebrity Apex, che approderà al porto di La Luz alle 10 del mattino proveniente da Lisbona e ripartirà alle 19 in direzione Tenerife.
Un’infrastruttura moderna e sostenibile
Il nuovo terminal si estende su oltre 14.000 metri quadrati e può accogliere fino a quattro navi da crociera contemporaneamente. Dispone di tre passerelle di imbarco, aree commerciali e di ristorazione, oltre a un parcheggio con 38 stalli per autobus turistici. Il progetto, da 32 milioni di euro, include zone verdi con palme che collegano direttamente il porto al centro cittadino.
Il tetto è interamente ricoperto da pannelli solari e l’edificio è concepito come struttura intelligente, dotata di sistemi avanzati di monitoraggio dei consumi idrici ed energetici. È inoltre previsto un piano integrale di gestione dei rifiuti, con postazioni di riciclaggio distribuite in tutta l’area.
Sostenibilità e tutela ambientale
Secondo i promotori, il terminal rappresenta un nuovo standard per il settore: design a basso impatto energetico, uso di materiali riciclabili, energia rinnovabile e riduzione dell’impronta di carbonio. L’obiettivo dichiarato è contribuire alla protezione degli oceani e degli ecosistemi naturali, in linea con la crescente attenzione ambientale che coinvolge l’industria marittima.
Questa nuova struttura si aggiunge a quelle già esistenti nel porto e si integra all’offerta crocieristica complessiva, senza sostituirle. Si affianca inoltre ai terminal inaugurati a Lanzarote e Fuerteventura da Global Ports Canary Islands, aggiudicataria nel 2021 della gara indetta dall’Autorità Portuale di Las Palmas.
Global Ports Holding: un leader mondiale
Fondata nel 2004 e con sede in Turchia, Global Ports Holding (GPH) è il principale operatore indipendente di terminal crocieristici a livello globale. Gestisce 33 porti in 21 Paesi, con una presenza consolidata nel Mediterraneo, nei Caraibi e nell’area Asia-Pacifico, oltre ad attività nel settore cargo e container.
Con un forte orientamento all’eccellenza operativa e ai servizi dedicati ai passeggeri, l’azienda punta a favorire la crescita dell’industria crocieristica e a sostenere un futuro più sostenibile per il settore.
Capacità complessiva del porto
Con l’aggiunta di questa nuova infrastruttura, il porto di Las Palmas può ospitare simultaneamente fino a otto navi da crociera, rafforzando la sua posizione come scalo strategico dell’Atlantico.
Uno sguardo critico
Le analisi – condotte da diversi osservatori indipendenti e studi europei – evidenziano che la spesa media dei crocieristi in scalo resta contenuta e in gran parte assorbita da circuiti organizzati, con ricadute limitate per l’economia locale. A ciò si aggiungono emissioni rilevanti, soprattutto di ossidi di zolfo derivanti dall’uso di combustibili pesanti, paragonabili a quelle generate da milioni di automobili in un anno, insieme ad altri impatti ambientali che diverse città portuali hanno cercato di contenere con misure restrittive. Anche i benefici occupazionali risultano incerti e dipendono dal tipo di scalo, mentre in Europa cresce la tendenza a ridurre gli approdi per limitare il cosiddetto turismo mordi e fuggi, ovvero visite lampo che non lasciano un reale radicamento economico o culturale.
Las Palmas, con la possibilità di ospitare otto navi da crociera in contemporanea, si conferma porto turistico di riferimento nell’Atlantico insieme agli ampliamenti di Fuerteventura e Lanzarote. Tuttavia, più che una strategia di turismo sostenibile, emerge l’ennesima apertura a un turismo di massa mascherato da sostenibilità di facciata: un turismo effimero che arriva al mattino e sparisce la sera, alimentando i profitti degli armatori, dei cataloghi crocieristici e delle banchine, ma lasciando scarsi benefici al territorio.
In definitiva, non è turismo sostenibile ma un portone spalancato alla massificazione di un turismo di poche ore, molto redditizio per chi lo gestisce. In questo modo si continuano a massimizzare le entrate immediate senza una vera pianificazione a lungo termine, sacrificando il futuro del territorio sull’altare del profitto presente.