Di Italiano alle Canarie

Una crisi che colpisce famiglie e giovani

Il Parlamento europeo ha presentato un rapporto, guidato dal Partito Popolare spagnolo, sulla “crisi abitativa che sta vivendo l’Europa”, nel quale viene dedicata particolare attenzione alle difficoltà dei giovani e della classe media.

Secondo il documento, l’Europa affronta “una crisi abitativa che colpisce principalmente i nuclei familiari a basso e medio reddito, nonché le giovani e future generazioni”, costrette a grandi sacrifici per potersi emancipare. In alcuni Stati membri, fino al 70% dei giovani adulti tra i 18 e i 24 anni non ha altra scelta che continuare a vivere con i propri genitori.

Il rapporto del Parlamento europeo

Il testo, presentato alla Commissione per l’Edilizia del Parlamento europeo e coordinato dall’eurodeputato popolare Borja Giménez, propone misure come mutui agevolati, sgravi fiscali per l’acquisto della prima casa e incentivi per i giovani acquirenti. Un punto centrale riguarda però anche il fenomeno dell’occupazione abusiva.

“La Spagna è il Paese con più problemi di occupazione di tutta l’Unione europea”, ha dichiarato Giménez, relatore del documento. L’eurodeputato sottolinea che il problema nasce da una scarsa offerta abitativa, aggravata nel caso spagnolo da una diffusa “insicurezza giuridica”.


Secondo Giménez, molti proprietari temono di affittare le loro case perché, in caso di occupazione, i procedimenti giudiziari possono durare anni.
A Bruxelles sorprende la tolleranza della Spagna verso queste pratiche. Il registro proposto dovrebbe servire a migliorare la cooperazione e lo scambio di dati tra Stati membri per individuare occupazioni legate alla criminalità organizzata.

Mutui agevolati e incentivi fiscali

Il documento, ancora preliminare e non vincolante, chiede in particolare “incentivi come imposte ridotte sulle transazioni per i giovani e per i primi acquirenti” e sostiene “la concessione di prestiti a basso interesse”. Tra le misure, anche “garanzie fino al 100% dell’investimento per facilitare l’accesso al credito ai giovani acquirenti, senza compromettere la stabilità finanziaria delle famiglie né spingere al rialzo i prezzi di mercato”.

Il rapporto avverte che il ritardo nell’emancipazione “impedisce alle nuove generazioni di avviare una vita indipendente e costringe molti cittadini a rinviare decisioni importanti, come la creazione di una famiglia”.

Prezzi in crescita e preoccupazioni sociali

La situazione viene definita urgente: negli ultimi otto anni i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 48% per le vendite e del 18% per gli affitti. “I cittadini lo sanno e lo subiscono. Per questo la casa è diventata una delle principali preoccupazioni, obbligandoci ad agire”, si legge nel documento, che richiama più volte il problema di una “domanda molto alta” a fronte di un’offerta “troppo bassa”.

Verso il voto finale

Il testo passerà ora alle modifiche dei diversi gruppi politici. Il 20 ottobre la Commissione per l’Edilizia presenterà il rapporto definitivo, che sarà discusso in una fase di negoziato da novembre a gennaio. L’obiettivo è arrivare a febbraio con una proposta chiara, da sottoporre al voto in plenaria del Parlamento europeo a marzo.

È molto probabile che rimangano i riferimenti alle difficoltà delle famiglie della classe media e dei giovani, così come le misure per facilitarne l’accesso alla casa. Più complessa appare invece la questione del registro degli okupas, che il Partito Popolare intende difendere come “essenziale”.

Se il testo verrà approvato, l’obiettivo è che la Commissione europea lo utilizzi come guida per le misure a breve e medio termine nel settore abitativo. Sarà però necessario conciliare gli interessi dei diversi Stati membri, le sensibilità dei commissari e, infine, la posizione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

L’Europa della lentezza e del bla bla

Tutte queste belle intenzioni sul registro degli okupas e le promesse di agevolazioni suonano come la solita melodia politica. La realtà è che la lentezza dell’Unione Europea supera quella di una lumaca: non servono altri dibattiti e montagne di burocrazia, servono misure immediate. I cittadini europei sono al collasso, stanchi di bla bla e registri che non cambiano nulla. Da quello che si vede, il testo verrà approvato non prima di marzo 2026 e chissà quanto tempo ancora passerà prima che diventi operativo. Politici che sembrano vivere sulla luna, scollegati da uno stato di allarme sociale che si respira ovunque.