Un quadro allarmante che mette a nudo carenze strutturali e responsabilità evidenti.

Di Italiano alle Canarie

Il Consorzio di Emergenze di Gran Canaria si trova in una condizione paradossale: non dispone più di alcun veicolo di soccorso operativo per affrontare gli incendi. L’unica autoscala funzionante si è guastata mesi fa e, da allora, la protezione della popolazione è rimasta appesa a un filo. La denuncia arriva dai sindacati dei vigili del fuoco, che parlano chiaro: «pregare come si può» è ormai l’unica alternativa di fronte a un incendio in un edificio di dieci piani. Non è un’esagerazione, ma la fotografia di un fallimento istituzionale.

Una città verticale senza mezzi

Nei palazzi di Jinámar e in altre zone con costruzioni alte, il rischio è evidente: senza autoscale, salvare vite diventa un’operazione quasi impossibile. Restano solo vecchie scale a mano, anch’esse fuori norma e con oltre venticinque anni di servizio. Un museo della precarietà spacciato per servizio di emergenza.

I servizi limitrofi non bastano

Nemmeno le alternative rassicurano. Las Palmas de Gran Canaria, fuori dal Consorzio, dispone di un unico mezzo di soccorso che non ha superato le revisioni obbligatorie e può essere utilizzato solo con l’autorizzazione di un comandante. San Bartolomé de Tirajana ha un proprio corpo, ma con capacità operative limitate. Affidarsi ai vicini significa, di fatto, sperare nella fortuna.


Bracci articolati in avaria

La situazione peggiora con i bracci articolati, fondamentali per incendi in ambito industriale: due su tre sono guasti. Quello di Arinaga —nel cuore del più grande polo industriale delle Canarie— è inutilizzabile, mentre a Puerto Rico il mezzo è fermo da mesi. L’unico operativo resta a Telde. Si tratta di macchinari del 2008, con diciassette anni di servizio alle spalle. Una roulette russa della manutenzione che continua senza fine.

Camion vecchi, promesse nuove

Il Cabildo rivendica la sostituzione di due camion e quattro pick-up, con altri due previsti entro il prossimo anno. Ma restano da rinnovare 35 veicoli, molti dei quali con più di vent’anni e difetti strutturali: sistemi di pressione difettosi, materiali obsoleti, barriere di sicurezza compromesse. La matematica è semplice: poche sostituzioni contro decine di rottami in attesa di miracolo.

Senza barche, senza tute, senza scuse

Il quadro si completa con l’assenza di imbarcazioni per i soccorsi in mare —competenza diretta del Consorzio— e con divise di intervento che cadranno a pezzi almeno fino al 2026. I caschi, le tute e persino i costumi per le operazioni acquatiche hanno più di vent’anni. Il fuoco corre veloce, ma l’amministrazione continua a dormire.

Sicurezza pubblica di carta

Quando un corpo di emergenza si affida più alle preghiere che ai propri mezzi, non è più solo un problema di bilancio. È un atto d’accusa verso chi considera la sicurezza pubblica un optional, lasciando i cittadini senza garanzie e i pompieri senza strumenti. Gran Canaria merita meglio di un sistema che arrugginisce nei depositi e si consola con promesse rinviate al 2026.