Denunce diffuse sull’abbandono urbano e richieste di un cambio di rotta nella gestione municipale. .

Di Italiano alle Canarie

Il malcontento cittadino cresce

Las Palmas de Gran Canaria appare sempre più divisa tra la narrazione ufficiale del Comune e la realtà quotidiana dei suoi quartieri. Da più parti si chiede alla sindaca Carolina Darias di fornire risposte concrete alla conclamata decadenza urbana che sta svuotando la città di orgoglio e dignità. Le richieste più frequenti riguardano la pulizia, la sicurezza, le infestazioni, la mobilità inefficiente e i servizi sociali in affanno. In totale, si sono fatte sentire circa quaranta associazioni e piattaforme cittadine.

L’incontro si è svolto all’hotel Luum, nel Parque de Santa Catalina, dove le recinzioni che delimitano i lavori abbandonati della MetroGuagua sono state tappezzate di striscioni con scritte come «Cinque anni di abbandono», «Cinque anni di sofferenza per nulla» o «La città più sporca d’Europa».

Gli striscioni, tuttavia, sono stati rimossi nel giro di poche ore, fatto che ha sorpreso molti residenti. Questo episodio la dice lunga sul sentimento di colpevolezza che sembra affliggere il Comune ma che, ostinatamente, non si ammette.
Secondo testimonianze locali, problemi come la presenza di baracche nel cantiere della MetroGuagua hanno richiesto mesi di intervento, arrivati solo dopo la pubblicazione della notizia sui media. Per gli striscioni, invece, l’azione è stata immediata. Un contrasto che riassume in modo chiaro le priorità distorte della macchina comunale.


La “guerra degli striscioni”

Dopo una mattinata segnata da tensione e polemiche, la discussione si è spostata su un piano più simbolico, evidenziando come il conflitto tra cittadini e istituzioni non sia più soltanto materiale ma anche comunicativo.

La guerra degli striscioni, esplosa nel cuore di Santa Catalina, è diventata il simbolo del divorzio tra cittadini e istituzioni. Il tema della pulizia urbana rappresenta oggi uno dei punti più critici del rapporto tra amministrazione e popolazione.

Secondo diversi portavoce di movimenti civici, la città vive una condizione di abbandono cronico. «Il Comune non fa altro che vantarsi delle tonnellate di rifiuti raccolte, ma la città non viene lavata né sciacquata da anni. Lo sporco è incrostato nelle strade e l’odore è nauseante», si legge in una delle dichiarazioni diffuse.

Si sottolinea inoltre come la sindaca Carolina Darias operi in una realtà filtrata, perché ogni volta che visita un quartiere lo ripuliscono in anticipo.

Blatte, incuria e disillusione

Le segnalazioni riguardano anche il mancato mantenimento delle aree verdi e la crescita incontrollata delle infestazioni di blatte, ratti, piccioni e tortore. Secondo fonti associative, «non esiste un controllo efficace né sui parassiti né sui cittadini che lasciano i bisogni dei propri cani per strada. Le sanzioni sono assenti, la polizia non interviene e la convivenza civile si deteriora giorno dopo giorno».

Santa Catalina, emblema del declino.

Il Parque de Santa Catalina, un tempo simbolo dell’identità urbana di Las Palmas, oggi rappresenta l’immagine stessa del degrado. Alcuni rappresentanti civici descrivono la zona come «un’area in miseria, circondata da recinzioni, pavimenti rotti e persone costrette a espletare i propri bisogni in pubblico senza alcun intervento». È inoltre diventata una zona poco sicura, teatro di ripetuti atti di violenza, rapine e furti, che contribuiscono a peggiorarne ulteriormente la percezione e a renderla sempre meno vivibile.

Altre fonti segnalano come i turisti delle crociere si trovino davanti un panorama desolante: «Appena mettono piede in città trovano la Plaza de Canarias deteriorata, l’edificio Miller trascurato e un muro metallico che separa il porto dal parco, invaso da insetti e sporcizia.

Questo per arrivare alla spiaggia di Las Canteras, il presunto “gioiello” cittadino, dove è in atto un declino costante fatto di incuria, degrado e servizi carenti, un biglietto da visita pessimo.

Opere incompiute e priorità discutibili

Le denunce si estendono anche al settore delle infrastrutture. Secondo quanto riportato, «i fondi per completare il sistema fognario e prevenire allagamenti non arrivano mai, mentre un milione di euro per il carnevale si trova senza difficoltà». È un quadro che alimenta la percezione di una politica più attenta all’immagine che alla sostanza.

Da più parti si chiede al Comune di adottare misure immediate per restituire dignità e orgoglio a Las Palmas de Gran Canaria. «La città è vittima di un’inerzia amministrativa che l’ha portata a un livello di degrado mai visto», si legge in una delle note diffuse dai movimenti civici.

La replica del Comune

Dal municipio, il tono resta difensivo. In un messaggio audio, il consigliere alla Gestione Urbana e alla Pulizia, Héctor Alemán, ha espresso rispetto per le critiche ma ha difeso l’operato dell’amministrazione: «Esistono anche collettivi che apprezzano il lavoro svolto», ma non si è azzardato a menzionarne almeno uno. Ha poi ricordato l’assunzione di 45 nuovi agenti di polizia municipale e i nuovi contratti di manutenzione per spiagge e servizi di pulizia urbana.

La strategia del Comune: propaganda invece di risposte

In definitiva, il quadro che emerge non è solo quello di una città sporca e mal gestita, ma di un sistema amministrativo che sembra aver smarrito il contatto con la realtà urbana. L’indignazione civica diventa così l’unico strumento rimasto per richiamare l’attenzione su una crisi che non è più solo materiale, ma anche morale e politica.

Il Comune di Las Palmas, dalla sua sindaca e dai suoi assessori, applica sempre la stessa tecnica: citare frettolosamente le ultime iniziative realizzate – spesso semplici toppe – per mascherare anni di incuria, mentre si ignorano o si aggirano le accuse dirette e documentate. Una strategia politica ben rodata che serve più a difendere l’immagine dell’amministrazione che a risolvere i problemi reali della città.

Mentre la città affonda nel suo degrado quotidiano, la politica continua a lucidare le parole.