I turisti sarebbero disposti a pagare fino a 40 euro per muoversi liberamente in autobus alle Canarie.

Di Italiano alle Canarie

Uno studio delle università canarie rivela che la coscienza ecologica incide sempre più sulle scelte di mobilità sostenibile, ma la pratica resta ancora lontana dalle intenzioni.

I turisti che visitano le Canarie sarebbero disposti a spendere fino a 40 euro per un servizio che permetta loro di utilizzare senza limiti il trasporto pubblico durante le vacanze. È quanto emerge da una ricerca condotta da studiosi dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria (ULPGC) e dell’Università di La Laguna (ULL), pubblicata sulla rivista scientifica Transportation Research Part D.

Lo studio analizza l’impatto delle convinzioni ambientali dei visitatori sulle scelte di spesa in servizi di Mobility as a Service (MaaS), un modello che integra diversi mezzi di trasporto — pubblici e privati — in un’unica piattaforma digitale. In pratica, un sistema che consente di muoversi tra guaguas, biciclette, moto, monopattini elettrici, taxi o auto a noleggio, tutto gestito da un’app in grado di confrontare e combinare percorsi in tempo reale.

Un campione piccolo e poco rappresentativo


La ricerca, firmata da Concepción Román (ULPGC), Rosa Marina González (ULL) e Juan Carlos Martín (ULPGC), si basa su 921 interviste realizzate tra Adeje (Tenerife) e Maspalomas (Gran Canaria). Un campione numericamente limitato, soprattutto se confrontato con i circa 17 milioni di turisti che ogni anno visitano l’arcipelago, con un’età media di 41 anni e una prevalenza di soggetti giovani, un dato poco rappresentativo della reale composizione demografica del turismo canario.

Le donne risultano più sensibili ai temi ambientali, ma lo studio evidenzia un divario marcato tra ciò che si afferma e ciò che si fa: molta “coscienza verde” in teoria, ma poca coerenza pratica.

Pagare per sentirsi sostenibili

Dopo aver delineato il profilo del visitatore, lo studio entra nel merito delle sue abitudini di spesa e delle contraddizioni tra intenzioni e comportamenti.

Secondo i ricercatori, i turisti sarebbero disposti a spendere fino a 40 euro per un abbonamento che consenta l’uso illimitato del trasporto pubblico. Una cifra che, più che un reale impegno ecologico, appare come la tassa simbolica del “senso di colpa occidentale”: si paga per inquinare meno, ma si continua a preferire taxi e auto a noleggio.

La coscienza ambientale, infatti, si traduce più facilmente in dichiarazioni di principio che in comportamenti concreti. Tuttavia, segmentare i visitatori in base al loro “profilo verde” potrebbe aiutare a costruire strategie di mobilità più efficaci e mirate.

Politiche ancora al palo

Il rapporto conclude che politiche pubbliche capaci di stimolare la sensibilità ambientale potrebbero favorire l’adozione dei servizi Mobility as a Service (MaaS) e spingere verso un modello turistico meno dipendente dall’auto privata.Un obiettivo condivisibile, ma che rischia di restare sulla carta.

Finché il trasporto pubblico canario, simbolo evidente del divario tra le ambizioni sostenibili proclamate e la realtà infrastrutturale spesso trascurata, continuerà a soffrire di ritardi, sovraffollamento e collegamenti insufficienti, sarà difficile convincere chiunque — turista o residente — a rinunciare al comfort del proprio veicolo.