Di Italiano alle Canarie
La Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro la Spagna dopo la maxi multa da 179 milioni di euro inflitta quasi un anno fa dal Ministero dei Diritti Sociali, dei Consumatori e dell’Agenda 2030 a Ryanair, Vueling, EasyJet, Norwegian e Volotea. Le compagnie erano state sanzionate per aver applicato supplementi sul bagaglio a mano, per la prenotazione di posti contigui a persone con disabilità e per altre pratiche commerciali ritenute scorrette nei confronti dei passeggeri.
Secondo Bruxelles, la Legge spagnola sulla navigazione aerea limiterebbe la libertà delle compagnie nel fissare i prezzi, uno dei principi cardine del mercato unico europeo.
In pratica, la Commissione sostiene che uno Stato non possa ostacolare le strategie tariffarie delle compagnie, anche se queste finiscono per penalizzare i consumatori. Ma questa interpretazione suscita perplessità: può davvero la “libertà di mercato” giustificare l’assenza di trasparenza e l’aumento dei costi a carico dei viaggiatori?
Negli ultimi anni, le compagnie low cost hanno progressivamente smantellato il concetto di biglietto all-inclusive, trasformando ogni servizio – dal bagaglio a mano alla scelta del posto – in un costo aggiuntivo.
Ora Bruxelles sembra voler tutelare questo modello, presentandolo come un diritto economico. Una posizione che contrasta con la crescente frustrazione dei passeggeri europei, sempre più spesso costretti a pagare supplementi per ciò che una volta era considerato parte essenziale del viaggio.
L’Unione Europea ha concesso due mesi di tempo a Madrid per rispondere alle contestazioni. L’apertura della cosiddetta “lettera di messa in mora” segna l’inizio di una fase di dialogo – ma anche di pressione politica – che potrebbe concludersi con un deferimento alla Corte di Giustizia dell’UE. Una decisione sfavorevole alla Spagna rischierebbe di creare un pericoloso precedente, scoraggiando altri governi a sanzionare abusi simili nel futuro.
Il Governo spagnolo non arretra
Il Ministero dei Diritti Sociali, dei Consumatori e dell’Agenda 2030 difende la piena legittimità delle sanzioni, sottolineando che esse rispettano sia la legislazione nazionale sia il diritto europeo in materia di tutela dei consumatori.
Madrid evidenzia che ogni anno Bruxelles apre decine di procedimenti analoghi – attualmente 94 – e che tale apertura non sospende né annulla le multe già imposte, attualmente oggetto di ricorso giudiziario.
Il ministro Pablo Bustinduy ricorda che la Commissione non ha competenza diretta per decidere sulla validità delle sanzioni nazionali, prerogativa che spetta esclusivamente alla Corte di Giustizia Europea.
Tuttavia, l’impressione è che l’UE stia inviando un chiaro segnale politico: difendere il mercato, anche a costo di sacrificare i diritti del cittadino-consumatore.
Un’Europa sempre più “pro mercato” e sempre meno “pro cittadino”
Bruxelles continua a difendere con zelo le regole del libero mercato, ma applica un rigore molto minore quando si tratta di garantire equità, diritti e trasparenza. Ogni supplemento, ogni clausola nascosta e ogni abuso commerciale trova puntualmente un appiglio normativo che ne consente la sopravvivenza. È come se la Commissione dimenticasse che dietro ogni biglietto aereo c’è una persona reale, non un semplice dato statistico.
Nel frattempo, i viaggiatori subiscono le conseguenze di una liberalizzazione senza controllo: tariffe opache, costi extra imprevisti, scarsa tutela dei reclami. Le compagnie accumulano profitti record e riducono sempre di più i servizi essenziali, mentre i passeggeri si trovano intrappolati in un sistema dove ogni comodità ha un prezzo crescente.