Un modello europeo, così ama definirsi la sanità spagnola, ma dietro la facciata d’efficienza si aprono scenari inquietanti

Di Italiano alle Canarie

Da alcuni giorni la sanità dell’Andalusia è finita sotto i riflettori di tutta la Spagna per uno scandalo di proporzioni enormi. Un caso che scuote dalle fondamenta la credibilità del sistema sanitario pubblico, solitamente presentato come un modello europeo di efficienza e umanità. Migliaia di donne sono rimaste senza risposta, vittime di un silenzio amministrativo che si è tradotto in ritardi, diagnosi mancate e, in alcuni casi, conseguenze drammatiche. È l’ennesima crepa di un edificio sanitario che, dietro la vernice istituzionale, mostra falle profonde e una gestione sempre più distante dai cittadini e a tutti gli effetti un sintomo di decadenza civile.

Questo caso non è solo una tragedia sanitaria, ma anche una ferita civile. Ha messo a nudo le debolezze strutturali di un modello che per anni è stato presentato come esempio europeo di efficienza e universalità. La realtà è più complessa: un sistema sovraccarico, burocratizzato e spesso sordo alle urgenze reali delle persone.

Le testimonianze:
“Non ci avvisarono”. Non ci dissero che le immagini erano “dubbie”. “Sono passati mesi. Siamo state lasciate nel limbo”. Testimonianza raccolta da El País su una delle donne colpite dallo scandalo delle mamografie in Andalusia

Le fonti giornalistiche


HuffPost España:
Immagina di sottoporti a un controllo di routine. Ti dicono che è tutto a posto, nessun richiamo, nessuna preoccupazione. Passano i mesi — a volte più di un anno — e poi scopri che il referto era incerto, che avresti dovuto fare un altro esame, che nel frattempo il tumore stava crescendo nel silenzio delle istituzioni. È quanto è accaduto a circa 2.000 donne in Andalusia, lasciate in una sorta di limbo sanitario che oggi scuote la fiducia dei cittadini nel sistema pubblico.

Cronologia e contesto

La vicenda andalusa non esplode all’improvviso. È il risultato di una serie di negligenze e ritardi che si sono accumulati nel tempo.

Già all’inizio del 2024 emergono segnalazioni di ritardi e mancate comunicazioni nei programmi di screening mammografico. (RTVE)

La Junta de Andalucía ammette di conoscere i primi casi da oltre un anno e mezzo, senza che siano stati presi provvedimenti tempestivi. (El País)

Sotto pressione, il governo regionale vara un “piano di choc” con assunzioni e fondi straordinari, promettendo di risolvere tutto entro il 30 novembre. (RTVE)

Tuttavia, il piano si arena: molti radiologi rifiutano gli incarichi, denunciando che il problema è sistemico e non emergenziale. L’assenza di professionisti, turni insostenibili e stipendi poco competitivi hanno reso il settore pubblico sempre meno attrattivo. (El País)

Questa cronologia rivela un fallimento politico e gestionale. Le istituzioni regionali non hanno saputo reagire con rapidità e trasparenza, aggravando la frattura tra cittadini e sistema sanitario.

La storia di Pilar: quando il sistema volta le spalle.

Pilar ha 63 anni. Si è rivolta alla sanità pubblica per una mammografia di controllo, ma per ragioni non chiarite — forse per mancanza di disponibilità o per un errore amministrativo — l’esame non è mai stato eseguito. Quando decide di ricorrere a un’assicurazione privata, le diagnosticano tre tumori: due nella mammella sinistra e uno nella destra. (Cadena SER)

Non è un caso isolato. Decine di donne si sono unite per portare la vicenda in tribunale, raccontando la stessa storia: assenza di comunicazione, diagnosi tardive e un sistema che ha voltato loro le spalle. Alcune hanno dovuto affrontare interventi mutilanti, altre sono ancora in attesa di sapere se potranno ottenere giustizia. (El País)

Questo episodio diventa simbolo di una crisi più ampia: quando il cittadino smette di fidarsi del sistema, l’intero patto sociale che regge la sanità pubblica vacilla.

Crepe profonde nella sanità spagnola

Lo scandalo andaluso è solo il sintomo di un male più profondo che attraversa tutto il sistema sanitario spagnolo, da nord a sud, dalle grandi città ai piccoli centri rurali.

Liste d’attesa chirurgiche record: oltre 848.000 pazienti attendono un intervento, con tempi medi superiori ai 120 giorni. In alcune comunità, come Castiglia-La Mancia o Valencia, l’attesa può superare i 180 giorni, un periodo che per chi è malato di cancro può fare la differenza tra la vita e la morte. (Bley Abogados)

Aggressioni al personale sanitario:
nel 2024 il Ministero della Sanità ha registrato 2.946 aggressioni fisiche contro medici e infermieri, ma secondo i sindacati la cifra reale sarebbe almeno il doppio, contando le aggressioni verbali e psicologiche. (Ministerio de Sanidad)

Privatizzazione mascherata: in Andalusia, oltre 300.000 mammografie vengono affidate a strutture private per mancanza di mezzi pubblici. Un paradosso in un sistema che si proclama universale, ma che delega al privato le proprie funzioni vitali. (El Diario)

Casi di malasanità giudicati: diversi tribunali regionali hanno già condannato il sistema per negligenza nei protocolli oncologici. Alcune famiglie hanno ricevuto risarcimenti, ma la maggior parte delle cause resta in sospeso per anni, intrappolata nei labirinti della burocrazia giudiziaria. (ABC Sevilla)

A questi problemi si aggiunge la crescente disuguaglianza territoriale. Nelle zone rurali di Castiglia y León o dell’Estremadura, un medico di base può avere fino a 1.800 pazienti, e gli ospedali distano decine di chilometri. Gli anziani e le persone fragili sono spesso costretti a spostarsi ore per una semplice visita di controllo.

Il volto nascosto della “sanità efficiente”

La Spagna ama definirsi un modello sanitario europeo. Ma dietro le statistiche e i rapporti istituzionali, si nasconde una realtà fatta di ritardi, carenze, disorganizzazione e silenzi.In Andalusia, centinaia di donne sono state tradite da un sistema che doveva proteggerle. In molte altre regioni, migliaia di cittadini restano intrappolati tra attese infinite, servizi esternalizzati e personale allo stremo.

Il mito della “sanità modello” si infrange contro la realtà quotidiana di chi aspetta mesi per una visita o di chi, come Pilar, scopre troppo tardi di essere malata. Non si tratta di eccezioni, ma del segno di una crisi strutturale: anni di tagli, precarietà e privatizzazioni hanno scavato crepe profonde nella sanità pubblica spagnola.
Un sistema celebrato per efficienza, ma che oggi scricchiola paurosamente sotto il peso della retorica e della negligenza.

Sitiografia: Ministerio de Sanidad, El Diario, Bley Abogados, El Pais, Huff Post, RTVE, Cadena SER.