Dopo anni di rinvii, il Comune avvia finalmente il programma annunciato tempo fa, a seguito di un aumento del 47% in due anni delle persone che vivono in strada.
✍️ Italiano alle Canarie
Finalmente il Comune si accorge di un piccolo esercito di disperati senza fissa dimora che vive e dorme popolando ogni notte i marciapiedi e le piazze della città. Con questa misura, giusta ma tardiva, l’amministrazione tenta di porre rimedio a una realtà sociale drammatica che da anni cresce nell’indifferenza.
La consigliera per il Benessere Sociale, l’Uguaglianza, la Cura e la Salute del Comune di Las Palmas de Gran Canaria, Carmen Luz Vargas, ha firmato un decreto che segna l’avvio del procedimento amministrativo per affidare la gestione del servizio “Housing First” (“Prima la casa”), un programma volto ad affrontare il problema del senzatetto nella città.
Con quattro anni di ritardo rispetto al primo annuncio e alla sua inclusione nel Piano Strategico delle Sovvenzioni, il Comune di Las Palmas de Gran Canaria dà finalmente impulso a questa iniziativa, dopo l’aumento del numero di persone che dormono in strada.
Secondo il decreto, dall’inizio dell’anno sono state seguite 201 persone (162 uomini e 39 donne), contro le 137 del censimento del novembre 2023. Un aumento netto che fotografa il peggioramento della situazione in città.
Crescono soprattutto i casi tra le donne
In soli due anni, il numero di persone senza dimora a Las Palmas de Gran Canaria è aumentato del 46,7%. Tra gli uomini, la crescita è stata del 35%, ma il dato più allarmante riguarda le donne, il cui numero è cresciuto addirittura del 129%.
Numeri sottostimati
Il decreto ammette tuttavia la difficoltà di fornire cifre precise, poiché dal 2020 il servizio di intervento in strada non opera tra le 22:00 e le 04:00, a causa della mancata approvazione da parte del Comune di un complemento salariale per compensare il lavoro notturno degli operatori.
Una lacuna grave che rende queste cifre inevitabilmente sottodimensionate: è infatti quasi certo che nelle ore notturne, quando la città dorme e chi non ha un tetto cerca riparo come può, il numero reale delle persone senza dimora sia molto più alto. Il fenomeno, dunque, è sottostimato e probabilmente di portata ben maggiore.
Come funziona il programma
Il servizio “Housing First” (“Prima la casa”) prevede la creazione di appartamenti tutelati destinati ad accogliere persone senza fissa dimora, affinché possano intraprendere un percorso di reinserimento sociale con un accompagnamento sanitario e psicologico personalizzato.
Si tratta di un cambio radicale di approccio rispetto ai modelli tradizionali: invece di partire dalla strada per arrivare alla casa dopo vari passaggi e strutture intermedie, la casa diventa il punto di partenza del percorso di recupero.
Il servizio Housing First si presenta come un modello alternativo e complementare rispetto al tradizionale sistema a gradini, in cui l’accesso a un alloggio indipendente era subordinato al superamento di varie fasi e permanenze in centri di diversa complessità. Ora, invece, la casa viene concessa fin dall’inizio, insieme a un supporto sociale e sanitario intensivo, si legge nel decreto.
Il programma è rivolto a persone che vivono una condizione di esclusione sociale estrema, con lunghi periodi trascorsi in strada e un alto livello di deterioramento fisico e psicologico, spesso aggravato da problemi di dipendenza da sostanze.
Un modello già sperimentato con successo
La metodologia Housing First è nata negli Stati Uniti circa quarant’anni fa e ha dimostrato un’elevata efficacia in diversi paesi europei, come la Finlandia, dove ha contribuito a ridurre del 60% il numero di persone senza dimora.
Il Comune di Las Palmas de Gran Canaria ha stanziato 1.722.972 euro per finanziare il programma per un periodo di cinque anni, prorogabili per altri due.
Inizialmente, il Comune aveva tentato di avviare il progetto tramite sovvenzioni annuali di 80.000 euro (nel 2021 e 2022), cifra poi raddoppiata a 160.000 euro nei piani del 2023 e 2024. Tuttavia, questa formula non ha mai avuto esito positivo. In altre parole, i fondi stanziati per queste sovvenzioni si sono rivelati di fatto inutili, senza alcun impatto concreto sulla realtà delle persone senza dimora.
Per questo motivo si è scelto di passare alla formula dell’“accordo sociale”, una modalità di collaborazione che consente la gestione indiretta di un servizio sotto supervisione pubblica.
In definitiva, il programma “Housing First” rappresenta un passo necessario, ma arriva troppo tardi e con risorse limitate rispetto alla dimensione reale del problema. La città si confronta oggi con un’emergenza sociale che non si misura solo in numeri, ma nelle vite di chi, da anni, è rimasto invisibile agli occhi delle istituzioni.

















