✍️ Italiano alle Canarie

Il Parlamento delle Canarie ha approvato una proposta non di legge, presentata dal Partito Popolare (PP), volta a raccogliere, valorizzare e diffondere il patrimonio linguistico popolare dell’arcipelago. L’iniziativa mira a salvaguardare in particolare le espressioni locali in via di estinzione, riconoscendole come parte integrante dell’identità culturale canaria.

Un piano condiviso per la tutela linguistica

L’aula regionale ha invitato il Governo delle Canarie a elaborare, insieme alle università pubbliche, all’Istituto Canario di Sviluppo Culturale e alle amministrazioni locali, un piano per la protezione e la promozione delle espressioni linguistiche autoctone. L’obiettivo è consolidare un modello di cooperazione istituzionale che favorisca la ricerca, la conservazione e la divulgazione del patrimonio linguistico delle isole.

Promuovere l’uso

Il progetto prevede anche di incentivare l’uso e la conoscenza di queste espressioni attraverso festival, iniziative comunitarie, pubblicazioni, attività artistiche e spazi di creazione intergenerazionale. Tra le misure, figurano campagne di sensibilizzazione per rafforzare il valore delle espressioni linguistiche come simbolo dell’identità canaria, soprattutto nei contesti di migrazione e multiculturalità.


L’accordo contempla inoltre il sostegno a ricercatori, artisti e operatori culturali impegnati nella documentazione, nel recupero e nell’impiego artistico o letterario delle espressioni locali, favorendone la presenza nei media, sui social network e nei prodotti culturali.

Identità culturale e rischio di perdita

La deputata del PP María Isabel Saavedra ha evidenziato che le Canarie vantano un’identità culturale unica, frutto di secoli di storia e di una ricca mescolanza di tradizioni. Ha ricordato che le espressioni popolari rappresentano un patrimonio immateriale capace di unire le generazioni e di trasmettere valori condivisi.

Le modifiche del PSOE

Il PSOE ha introdotto emendamenti, approvati dal Parlamento, per promuovere il dialetto canario come patrimonio linguistico e culturale. Tra le misure, l’uso del dialetto nelle campagne istituzionali e nella comunicazione pubblica, per valorizzare l’identità linguistica dell’arcipelago.

Il PSOE ha inoltre chiesto di integrare contenuti specifici sul dialetto canario nei programmi scolastici e nella formazione del personale docente, in coordinamento con la Consejería dell’Istruzione e l’Accademia Canaria della Lingua, per favorire la trasmissione intergenerazionale del patrimonio linguistico.

Priorità capovolte

Alla fine, resta una domanda sospesa: quanto ancora la politica canaria potrà permettersi di parlare di dialetti quando la voce dei cittadini continua a chiedere casa, lavoro e dignità?

L’unico voto contrario è stato quello di Vox, che ha giudicato la proposta una spesa pubblica inutile e uno “strumento di indottrinamento”, sostenendo che le risorse dovrebbero essere destinate a problemi più urgenti come l’emergenza abitativa.

Onestamente, come dargli torto in questo momento? In un arcipelago dove gli affitti sono alle stelle, i salari restano tra i più bassi della Spagna e la precarietà continua a mordere, dedicare tanto impegno e diffusione a un dialetto che non è nemmeno riconosciuto come lingua co‑ufficiale suona come un esercizio di autoreferenzialità politica.

Questo nuovo fervore linguistico rischia di sembrare un piccolo delirio istituzionale locale: un modo per spostare l’attenzione dai problemi reali, dalle disuguaglianze e dalla mancanza di prospettive che colpiscono migliaia di famiglie canarie.

La mescolanza culturale dell’arcipelago è già di per sé una ricchezza viva; salvaguardarla sì, ma senza dimenticare che le priorità sociali, economiche e abitative meritano ben altre energie.