✍️ Italiano alle Canarie
 Las Palmas de Gran Canaria sta affondando sotto il peso della sua stessa immondizia. Cassonetti traboccanti, sacchi ammassati sui marciapiedi, topi e blatte che scorazzano indisturbati tra i quartieri centrali e turistici: è questa l’immagine di una città che si vanta di essere un polo internazionale, ma che oggi rivela le crepe profonde di un’amministrazione inefficiente.
Las Palmas de Gran Canaria sta affondando sotto il peso della sua stessa immondizia. Cassonetti traboccanti, sacchi ammassati sui marciapiedi, topi e blatte che scorazzano indisturbati tra i quartieri centrali e turistici: è questa l’immagine di una città che si vanta di essere un polo internazionale, ma che oggi rivela le crepe profonde di un’amministrazione inefficiente.
Un rapporto della Sezione di Sanità Pubblica comunale, firmato il 29 ottobre 2025, non lascia spazio ai dubbi: esiste un grave pericolo per la salute pubblica. Le parole non sono allarmismo giornalistico, ma una constatazione tecnica. Il documento descrive una situazione che ha superato da tempo la soglia del decoro, sconfinando in una vera e propria emergenza sanitaria.
Un rischio che sa di abbandono
Quando i rifiuti restano per giorni senza essere raccolti, non si tratta più di un semplice disagio estetico. È il segno di un fallimento istituzionale, di una città che non riesce più a garantire i propri bisogni più elementari. Le conseguenze sono tangibili: percolati che contaminano il suolo, gas nocivi come metano e anidride carbonica che si sprigionano nell’aria, odori nauseabondi che invadono le abitazioni e, soprattutto, la proliferazione di vettori infestanti — ratti, blatte, mosche e zanzare — portatori di malattie come colera, tifo, leptospirosi o dengue.
La relazione sanitaria è esplicita: il rischio si moltiplica nelle aree densamente popolate e in prossimità di scuole, mercati o ristoranti. E nei quartieri simbolo del turismo urbano — Triana, Mesa y López, Vegueta, il Puerto — i residenti denunciano un incremento costante delle infestazioni.
Collasso organizzativo
Il Comune riconosce la gravità della situazione. L’assenteismo tocca punte del 50% tra il personale della pulizia viaria, il parco mezzi è in gran parte fuori uso e i nuovi veicoli tardano ad arrivare a causa dei soliti ritardi burocratici. Nel frattempo, la città si degrada giorno dopo giorno. Si parla di un “collasso operativo senza precedenti”, ma in realtà si tratta dell’esito prevedibile di anni di cattiva gestione e di appalti costruiti per non funzionare mai del tutto.
Una città che rischia di ammalarsi
Il rapporto della Sanità Pubblica richiama principi fondamentali: la legge obbliga i Comuni a garantire la salubrità urbana. Eppure, nel 2025, Las Palmas è costretta a ricorrere a una contrattazione d’emergenza da oltre 23 milioni di euro con la società FCC Medio Ambiente S.A., per tentare di ripulire ciò che non si sarebbe mai dovuto sporcare.
Un intervento che ha il sapore di una toppa provvisoria su un tessuto amministrativo ormai logoro. La spesa straordinaria serve solo a tamponare un problema strutturale che nessuno ha avuto il coraggio di affrontare: l’inefficienza cronica della macchina comunale e la mancanza di una pianificazione reale.
Dalla città turistica alla città tossica
In questo contesto, la questione dei rifiuti a Las Palmas diventa anche il simbolo di un problema più ampio che riguarda molte aree urbane delle Canarie: la mancanza di una pianificazione territoriale moderna e sostenibile. La gestione dei servizi essenziali non può essere affidata solo alle emergenze, ma deve fondarsi su una visione che metta al centro la salute pubblica, il decoro e il diritto dei cittadini a vivere in un ambiente pulito e dignitoso.
Questa emergenza non è un episodio isolato, ma il riflesso di un modello urbano che si vende al turismo mentre dimentica i propri cittadini. Le strade si riempiono di festival e slogan culturali, ma mancano i mezzi per tenere puliti i marciapiedi. Una città che aspira a essere Capitale Europea della Cultura 2031 non può convivere con la sporcizia cronica e l’odore dell’abbandono.
La spazzatura, da semplice problema igienico, si trasforma in metafora: quella di un potere che non riesce più a ripulire neppure se stesso.
 
			