I proprietari sono costretti a svendere
✍️ Italiano alle Canarie
I tempi sempre più lunghi degli sfratti, uniti all’aumento dei prezzi degli affitti e alla scarsa offerta abitativa, alimentano un fenomeno che sta escludendo molte famiglie dal mercato: la vendita di abitazioni occupate.
“Questo incantevole appartamento offre una distribuzione perfetta con un accogliente salone, cucina indipendente e tre ampie camere da letto” oppure “questo appartamento è ideale per chi cerca una casa confortevole in un ambiente naturale e accogliente”. Sono esempi di descrizioni che accompagnano immobili in vendita a Las Palmas de Gran Canaria tra i 30.000 e i 50.000 euro. Prezzi che potrebbero sembrare un affare, se non fosse per un dettaglio decisivo: gli appartamenti sono occupati.
Gli annunci di case già abitate senza titolo aumentano sensibilmente nei portali immobiliari delle Canarie. Lo conferma Ciro Machado, responsabile della comunicazione di ACEGI (Associazione Canaria delle Imprese di Gestione Immobiliare), che registra “una crescita significativa del fenomeno nell’ultimo anno”.
Assenza di foto e niente finanziamento
Gli annunci presentano indizi ricorrenti: mancano le fotografie degli interni, non è possibile visitare l’immobile e non viene concessa la possibilità di accedere a un mutuo. Il portale Idealista dispone perfino di un filtro dedicato alle abitazioni in questa condizione.
A Las Palmas de Gran Canaria risultano quasi 60 case occupate in vendita, mentre a Santa Cruz de Tenerife se ne contano oltre 30.
Un contesto normativo cambiato
Secondo Machado, le radici del fenomeno affondano in un mutato contesto normativo e sociale. L’entrata in vigore della nuova legge sulle misure urgenti in materia di alloggio ha esteso la durata minima dei contratti di affitto da tre a cinque anni.
Questi contratti stanno scadendo ora e ACEGI rileva un aumento dei casi in cui gli inquilini, privi di alternative abitative, decidono di non lasciare l’immobile. “Cinque anni fa gli affitti costavano circa la metà di oggi. Alcuni inquilini non hanno altre possibilità e diventano quelli che vengono definiti ‘inquiocupa’. La scadenza massiva dei contratti sta avendo un impatto diretto sul mercato”, spiega.
Le modifiche legislative hanno inoltre reso le procedure di sfratto più complesse e lente, ampliando i tempi di risoluzione.
Prezzi condizionati dall’urgenza
Dietro questi annunci ci sono spesso proprietari in difficoltà economica. Machado racconta il caso tipico: “Una famiglia acquista una casa con un mutuo e l’inquilino smette di pagare. I proprietari non ricevono più alcun reddito ma continuano ad affrontare la rata del mutuo e le spese. A quel punto, molti sono costretti a svendere pur di recuperare qualcosa”.
La pressione finanziaria determina quindi il prezzo di vendita: “Ci sono proprietari che riescono a resistere e negoziare, altri che, trovandosi in estrema difficoltà, abbassano drasticamente il prezzo”.
Una nuova tendenza: vendere la casa occupata per liberarsi del problema
Una tendenza ormai sempre meno velata è quella di mettere in vendita l’appartamento occupato: vista l’impotenza nel risolvere il contenzioso, molti proprietari preferiscono trasferire al nuovo acquirente l’onere di affrontarlo, in cambio di un prezzo nettamente ribassato.
Un mercato per investitori
Le abitazioni occupate rappresentano ormai una nicchia specifica del mercato immobiliare. “Gli acquirenti sono generalmente investitori con liquidità, capaci di pagare in contanti e di aspettare uno sfratto che può durare fino a due anni”, spiega Machado.
Gli annunci evidenziano chiaramente offerte “solo per investitori”. L’obiettivo non è viverci, ma ottenere una rendita futura: acquistare a prezzo ridotto per affittare o rivendere in un secondo momento, approfittando della continua crescita dei valori immobiliari.
Le famiglie restano escluse
Se per gli investitori si tratta di un’opportunità, per le famiglie alla ricerca di una casa è l’ennesimo ostacolo. “La necessità reale di alloggi non viene soddisfatta. La maggior parte degli acquirenti non sono investitori, ma persone che cercano una casa. Questi annunci non offrono soluzioni”, osserva Machado.
A determinare questa distorsione è un’offerta insufficiente per una domanda in forte crescita. I prezzi continuano ad aumentare — “oltre il 15% nell’ultimo anno”, ricorda — mentre la costruzione di nuove abitazioni procede a ritmi insufficienti rispetto all’aumento della popolazione.
Tra il 2023 e il 2024 la popolazione è cresciuta di oltre 25.000 persone, ma nello stesso periodo sono state costruite solo 2.884 abitazioni. “Lo squilibrio tra offerta e domanda non si limita a persistere: continua ad ampliarsi”.
In sintesi:
Se l’offerta non aumenterà e i tempi della giustizia non torneranno sotto controllo, la vendita di case occupate diventerà una pratica sempre più diffusa. A farne le spese continueranno a essere le famiglie che cercano una casa, mentre il mercato si adatterà alle logiche degli investitori, lasciando scoperto il bisogno abitativo reale dell’Arcipelago.














