Un viaggio attraverso l’architettura, la memoria e l’evoluzione culturale della capitale grancanaria

✍️ Italiano alle Canarie

Il Teatro Pérez Galdós è uno dei simboli più riconoscibili della vita culturale di Las Palmas de Gran Canaria. Situato nel cuore della città, rappresenta da oltre un secolo un punto di riferimento per l’arte, la memoria storica e l’identità urbana dell’arcipelago. La sua architettura, la sua programmazione e le sue molteplici trasformazioni raccontano l’evoluzione di una città che ha sempre vissuto tra tradizione e modernità.

Le origini: una città che cerca il suo teatro

Nella seconda metà dell’Ottocento Las Palmas attraversava una fase di crescita demografica e culturale. L’aumento della popolazione, la presenza di una classe dirigente in trasformazione e la volontà di dotare la città di uno spazio scenico adeguato portarono, nel 1866, alla creazione di una società privata incaricata di costruire un nuovo teatro.

La scelta del luogo non fu immediata. Dopo anni di discussioni, l’area di Boca Barranco o Pescadería venne ritenuta la più idonea grazie alla posizione centrale, alle dimensioni disponibili e alla buona visibilità. Il progetto fu affidato all’architetto Francisco Jareño y Alarcón, che conferì all’edificio un elegante stile neoclassico italiano, ancora oggi leggibile nella facciata e nella struttura interna a ferro di cavallo.

Un teatro e una città che crescono insieme


Fin dai primi anni di attività, il teatro si affermò come luogo centrale per la vita artistica di Las Palmas. Con il tempo la sua reputazione superò i confini cittadini, trasformandosi in un riferimento culturale per l’intera isola. Ogni trasformazione del teatro ha seguito, e talvolta anticipato, i cambiamenti sociali e culturali della città, rafforzando un legame che dura ancora oggi.

L’incendio del 1918 e la ricostruzione

Nel 1918 un incendio devastò gran parte della struttura, segnando uno dei momenti più drammatici della sua storia. La ricostruzione iniziò nel 1921 e venne vissuta come un gesto collettivo di rinascita. I lavori si conclusero nel 1928, anno in cui il teatro riaprì con una nuova inaugurazione affidata all’Aida di Giuseppe Verdi.

Questa fase portò a un ampliamento dei posti a sedere, alla creazione di nuove sale per gli artisti e all’estensione del palcoscenico. Alla ricostruzione parteciparono diversi architetti – tra cui Fernández y Navarro Navarro, Rafael Massanet y Faus e Isidro Puig Boada – ma il contributo più rilevante fu quello dei fratelli Miguel Martín Fernández de la Torre e Néstor, figure centrali dell’arte e dell’architettura canaria del Novecento.

Modernità, stile e nuovi spazi: il Novecento del Pérez Galdós

Nel corso del Novecento il teatro venne arricchito di nuovi elementi decorativi e funzionali. Le maniglie in legno in stile nouveau, il grande specchio posto di fronte alla scalinata principale e l’uso della sabbia per rivestire alcune pareti sono dettagli che conferiscono all’edificio un carattere unico.

Tra le innovazioni più significative vi è l’aggiunta della Sala Saint-Saëns, uno spazio concepito per ampliare l’offerta culturale e accogliere eventi di diversa natura. Tutti gli interventi furono eseguiti con attenzione al valore storico e artistico del teatro, preservando l’identità originaria pur introducendo elementi di modernità.

Il teatro oggi: una istituzione viva

Oggi il Teatro Pérez Galdós fa parte della Fundación Auditorio y Teatro de Las Palmas e rappresenta il principale palcoscenico dell’opera lirica e della musica sinfonica dell’isola. La programmazione comprende produzioni internazionali, progetti educativi e collaborazioni artistiche che mantengono viva la sua missione culturale.

Il teatro continua a essere uno spazio di incontro, formazione e crescita culturale, confermando il ruolo di motore sociale e simbolo identitario che lo accompagna fin dal XIX secolo.