✍️ Italiano alle Canarie
Una crescita annunciata che non colma i principali divari sociali.
Il Cabildo di Gran Canaria ha approvato il bilancio per il 2026, un documento da 1.055 milioni di euro definito dal presidente insulare Antonio Morales (NC) come “il più importante nella storia dell’istituzione”. La comunicazione ufficiale presenta un bilancio ambizioso, orientato alla reattivazione economica e al rafforzamento delle politiche sociali, con un incremento di 62 milioni rispetto all’anno precedente nelle aree considerate prioritarie. La maggioranza NC-PSOE rivendica la continuità di un progetto politico che avrebbe favorito progressi in settori strategici quali energie rinnovabili, sovranità alimentare e sicurezza idrica.
Un contesto sociale che richiederebbe risorse più ampie.
Il documento contabile destina il 62,62% delle risorse all’economia e alle politiche sociali, percentuale rilevante all’interno del bilancio insulare. La stessa percentuale, osservata nel quadro delle necessità reali dell’arcipelago, restituisce una fotografia più complessa. Le Canarie convivono da anni con fragilità strutturali profonde: tassi di povertà superiori alla media nazionale, forte dipendenza economica dal turismo, salari contenuti e un mercato dell’alloggio che esercita pressioni costanti sulle famiglie.
Un bilancio “record” che affronta solo in parte le criticità.
L’enfasi istituzionale sul carattere “storico” del bilancio non trova un riscontro proporzionale nella capacità effettiva di incidere sui problemi sociali. Il volume complessivo è significativo, ma gli interventi programmati non appaiono sufficienti a compensare le carenze accumulate nel tempo, soprattutto nei settori abitativo e della dipendenza.
La questione dell’alloggio rappresenta l’esempio più evidente di questa distanza tra narrazione politica e impatto reale. Il vicepresidente Augusto Hidalgo ha annunciato quasi 60 milioni di euro destinati alla costruzione di oltre 400 abitazioni e alla riqualificazione di altre 2.700 nei prossimi anni. La cifra risulta rilevante se letta isolatamente, ma appare modesta quando rapportata al fabbisogno reale di un territorio dove la domanda di edilizia pubblica e sociale supera largamente l’offerta. Il riferimento alle 2.700 riqualificazioni, distribuite su un orizzonte pluriennale non precisato, introduce inoltre un margine di incertezza tipico degli interventi urbanistici complessi, spesso soggetti a ritardi, revisioni progettuali e vincoli procedurali.
Infrastrutture e investimenti: risorse consistenti, efficacia da verificare.
Il presidente Morales ha richiamato 2.000 milioni di euro di opere in corso su varie aree dell’isola, attribuendo loro un ruolo strategico nel consolidamento economico e sociale del territorio. La comunicazione istituzionale offre una visione compatta e positiva del quadro, senza tuttavia specificare quanta parte di tali opere sia già finanziata, quale porzione derivi da pianificazioni pregresse e quali siano le tempistiche previste. La recente esperienza degli appalti pubblici nell’arcipelago evidenzia spesso una discrepanza tra gli annunci e la velocità con cui i progetti giungono a compimento.
La distanza tra narrativa politica e realtà quotidiana.
Il bilancio rappresenta uno sforzo amministrativo significativo e garantisce la prosecuzione di servizi essenziali, in alcuni casi non coperti dalla comunità autonoma, come i centri per gli anziani o parte delle politiche sociali. L’impostazione risponde alla volontà del governo insulare di mantenere un orientamento progressista e un’attenzione particolare ai settori più vulnerabili.
L’analisi complessiva del documento e delle dichiarazioni politiche evidenzia una distanza tra una narrazione rassicurante e la capacità concreta degli interventi di incidere sulle criticità socio-economiche dell’isola. La povertà, il costo dell’alloggio, la precarietà salariale e la dipendenza dal turismo continuano a modellare la struttura economica di Gran Canaria. Il bilancio 2026 introduce misure utili, ma non risolutive, confermando un quadro in cui gli interventi pubblici risultano importanti ma non sufficienti a modificare in profondità le difficoltà storiche del territorio.
La definizione di “bilancio storico” appare quindi più legata alla dimensione comunicativa che a un effettivo potere trasformativo. La portata degli interventi annunciati, soprattutto sul fronte abitativo e sociale, costituisce un passo avanti, pur rappresentando una frazione modesta rispetto all’ampiezza dei problemi da affrontare.


















