Schermata 2016-06-21 alle 09.40.50La terribile catastrofe del convento di Granadilla

di Ilaria Vitali

Venne dichiarato come l’evento più tragico del secolo scorso a Tenerife con 24 vittime morte in circostanze drammatiche in quella che venne definita una vera e propria trappola mortale.

Era la domenica del 3 febbraio 1963 e le forti e abbondante piogge affliggevano Abona senza tregua.

All’epoca lo storico convento francescano di Granadilla ospitava al suo interno una sezione del Comando di Polizia dove gli abitanti si recavano per ottenere la carta di identità.

Quel giorno 1300 abitanti, tra cui donne e bambini, affollavano il piano superiore del chiostro, accalcati insieme in cerca di un riparo dalla pioggia che non sembrava voler cessare.


Al momento del cedimento del corridoio, la sola via di fuga era rappresentata da una sola porta di 80 cm di larghezza che conduceva alle scale, una trappola mortale per così tante persone in preda al panico e che trasformò la giornata in tragedia.

Il frastuono provocato dal crollo scatenò l’immediato fuggi fuggi di coloro che non erano rimasti sotto alle pesanti macerie ma che trovarono una drammatica morte per schiacciamento e soffocamento.

Gli immediati interventi della Guardia Civil attivarono l’invio di ambulanze, medici e volontari in una disperata lotta al recupero delle vittime e al soccorso dei feriti, mentre gli abitanti della zona offrirono pasti caldi, coperte e un rifugio a chi ne avesse bisogno.

Le avverse condizioni meteorologiche non permisero agli aerei dell’Aeroclub di Tenerife di intervenire prontamente e solo a un DC-3 riuscì una difficile manovra di atterraggio a El Medano per consentire il trasporto dei feriti più gravi alle strutture ospedaliere.

Le squadre di intervento e i volontari passarono tutta la notte sul luogo del disastro, una notte lunga e fredda, per il riconoscimento delle vittime e il recupero dei feriti; il bilancio fu di 24 morti e centinaia di persone ferite, alcune in modo grave.

L’allora trentenne consigliere al comparto Cimitero, Parchi e Giardini del Comune, serba un drammatico ricordo di quella notte di cui ancora oggi molti preferiscono non parlare.

Il giorno dopo un’impressionante corteo di bare e persone percorse la strada principale di Granadilla fino al cimitero di Acojeja dove, alla presenza di 20mila cittadini, avvenne la cerimonia di commiato.

Un incidente che forse si poteva evitare, secondo alcuni, opinione che non cambia i nomi sulla lapide posta all’ingresso del convento, a ricordo di uno dei momenti più bui della popolazione di Granadilla de Abona.