man-937665_640I “bamboccioni” spagnoli

di Bina Bianchini

I giovani in età lavorativa che non studiano e non lavorano, “ni estudian ni trabajan”, in Spagna sono stati definiti “ni-nis”.

Avrebbero potuto definirli più semplicemente giovani disoccupati o studenti mancati ma la loro peculiarità legata ad età e status sociale, li rende appartenenti ad una categoria relegata in una sorta di limbo; un po’ come dire che non sono né carne né pesce.

Il fenomeno dei ni-nis non è limitato alla sola Spagna, dove però i dati presentati nel 2015 indicano una percentuale del 15,2%.

E benché i dati mostrino un calo del numero dei ni-nis dell’8,4% rispetto agli anni passati, la Spagna ha la più alta percentuale di tutta l’Europa di giovani che non lavorano e non studiano.


Nell’arcipelago canario le cose non vanno meglio dove si registra un 20,1% di ni-nis, una percentuale superiore a quella della penisola iberica.

Dietro a queste statistiche vi è principalmente il fenomeno dell’abbandono in età precoce degli studi, realtà che in Spagna registra numeri più alti della media dell’Unione Europea e che pone le basi per una prospettiva non molto lontana (2020) di un incremento delle persone senza livello di istruzione superiore, con immaginabili conseguenze sull’aspetto lavorativo.

Il fenomeno dei ni-nis non riguarda evidentemente solo un fatto culturale e di istruzione ma rappresenta un vero problema economico per molte famiglie.

Il tasso di insuccesso scolastico registrato alle Canarie non deve infatti essere disgiunto dal problema occupazionale che, per alcuni casi, ha fatto ritornare in classe giovani per i quali il mondo del lavoro era totalmente chiuso.

Il sindacato ANPE (associazione nazionale dei professionisti dell’insegnamento) ha più volte sollecitato il Ministero della Pubblica Istruzione affinché vengano adottate efficaci misure per proporre strumenti educativi più qualificanti che possano trattenere sui banchi di scuola i giovani fino ad una completa formazione professionale rivolta all’impiego.

Attenzione particolare deve essere rivolta alle famiglie disagiate, dove la possibilità che i bambini non proseguano l’iter scolastico e non trovino successivamente un buon lavoro è molto alta.

Ma la condizione di ni-nis non è esclusiva dei giovani con formazione di base, ma si estende anche a coloro che dovrebbero aver intrapreso la formazione superiore.

I dati confermano che i ni-nis universitari sono aumentati del 2,6%, un ulteriore record spagnolo sulla media europea; costoro sono reduci da insuccesso universitario e non trovano lavoro.

Lo scenario complessivo, benché in calo rispetto agli anni passati, mostra come almeno 1 giovane su 4 tra i 15 e i 19 anni non solo non è impiegato ma non ha raggiunto la preparazione scolastica formativa.

Insomma, non fa nulla.

Il livello attuale del fenomeno in Spagna e Canarie è pari a quello registrato in Cile, Messico, Israele e Turchia.