Nove artisti provenienti da sette Paesi stanno modellando l’attrazione principale del Natale della capitale.

Nella sua 17ª edizione si concentra sui più giovani, ma fa anche un cenno alle donne, alla pace e all’arte. Aprirà al pubblico il 2 dicembre.

Dopo quasi una settimana di intenso lavoro, durante la quale è stato raccolto il materiale necessario affinché il gruppo di operai che lavora alla 17ª edizione del presepe di Las Canteras potesse intraprendere i compiti decisivi di compattazione e preparazione della sabbia, i nove scultori di sette nazionalità che partecipano quest’anno hanno finalmente iniziato a modellare le scene che comporranno un’iniziativa che è diventata la principale attrazione del Natale a Las Palmas de Gran Canaria.

L’enorme compito di trasformare 2.000 metri quadrati della principale area sabbiosa della città in nove opere d’arte effimere, la cui progettazione, come di consueto, è affidata a Miguel Rodríguez che, insieme al figlio Aday Rodríguez, si occupa della direzione artistica del presepe della sua società Go Beyond.

L’apertura al pubblico di questo singolare presepe è prevista per il 2 dicembre, motivo per cui questo venerdì l’attività è stata frenetica nella zona intorno alla Plaza de Saulo Torón. Un trattore che aiuta a spostare i materiali, tubi che mantengono umidi gli elementi principali di questa ricreazione scultorea e gli scambi di impressioni di Miguel Rodríguez con i sabbiatori per culminare un processo creativo che, dice, è ancora aperto.

Così, commenta che, pur progettando le scene tenendo conto delle qualità di ciascuno degli artisti, si affida sempre alle loro preoccupazioni per migliorare ciò che ha ideato. “Gli artisti non amano copiare”, sottolinea.

Il tema

Per quanto riguarda il tema di questa diciassettesima rappresentazione scultorea, commenta che quest’anno si concentra “sul collettivo dei giovani, con l’idea di evidenziarne il valore”. Dice di voler esprimere “che la forza dei giovani deve essere unita” con un gruppo di giovani “che vanno al mare a cercare lavoro” come simbolo di “sforzo”.


Questa scena va di pari passo con altre in cui vengono ricreati dei pescatori con una barca “che tirano fuori dal mare una rete in cui apparirà la parola pace”. Il direttore artistico ci ricorda che questo presepe vuole anche mettere a fuoco i conflitti di guerra che esistono nel mondo. Per questo motivo lo scultore ucraino Oleksiy Poda è stato invitato a partecipare per la prima volta. “È un gesto di solidarietà”, ammette.

Non mancherà un cenno al ruolo delle donne con una scena di lavandaie, opera dell’artista canario Pedro de Guezala, che allude al “duro lavoro che svolgevano nei fossi e nei burroni”.

Ci sarà anche un riferimento a La Rama, su un’opera dello scultore Félix Reyes. Il resto saranno i temi classici.

Gli scultori

Oltre a Poda, tra gli scultori figurano il russo Aleksei Schitov; Sue Mcgrew e Gresham Glover, dagli Stati Uniti; Karen Fralich e Guy Olivier, dal Canada; Sanita Ravina, dalla Lettonia; Fergus Mulvany, dall’Irlanda e Bentejuí Ojeda, dalle Isole Canarie.

La Redazione LGC