Il Portogallo con la sua capitale Lisbona, potrebbe inaugurare un importante precedente con il referendum proposto per abolire gli affitti turistici, un’iniziativa nata dalla pressione dei cittadini che puntano a contrastare l’aumento vertiginoso dei prezzi degli affitti e la scarsità di alloggi disponibili per i residenti.

Questo modello potrebbe ispirare altre nazioni, tra cui la Spagna, a intraprendere misure simili per affrontare problematiche analoghe legate al mercato immobiliare e turistico.

In Spagna, le grandi città come Barcellona, Madrid e Valencia, ma anche le Canarie e le Baleari, vivono una situazione comparabile a quella della capitale portoghese.

L’espansione incontrollata degli affitti brevi, alimentata dal turismo di massa, ha ridotto l’offerta di alloggi destinati ai residenti, spingendo al rialzo i prezzi e penalizzando soprattutto le fasce meno abbienti.

Prendere esempio dall’iniziativa portoghese potrebbe rappresentare un passo verso un “calmieramento” dei prezzi, riportando equilibrio nel mercato immobiliare e migliorando la qualità della vita degli abitanti.

Un eventuale successo del referendum di Lisbona potrebbe avere un “effetto domino” non solo in Spagna ma anche in altri Paesi europei.

Città come Amsterdam, Parigi e Berlino hanno già avviato regolamentazioni più rigide sugli affitti brevi, ma l’approvazione di una misura radicale come quella proposta a Lisbona potrebbe spingere altri centri urbani a considerare referendum simili.


Questo tipo di iniziative potrebbe favorire un dibattito più ampio a livello europeo, orientato verso un bilanciamento tra turismo e diritto alla casa.
Resta ora da vedere se la Corte Costituzionale portoghese darà il via libera al referendum.

In caso positivo, l’esito della consultazione popolare potrebbe segnare una svolta per la gestione delle politiche abitative, facendo di Lisbona un modello per altre città che affrontano le stesse sfide.

La risposta dei cittadini della capitale portoghese sarà osservata con attenzione non solo dai vicini spagnoli ma anche da tutta l’Europa.

Di Italiano alle Canarie