Paesaggi spettacolari e misteri tra le dune di Fuerteventura
Di Italiano alle Canarie
Secondo quanto riportato dalla piattaforma digitale specializzata in turismo rurale Escapada Rural, la spiaggia di Cofete non è solo la più lunga delle Canarie, ma rientra anche tra le tre più estese di tutta la Spagna. Un primato che la rende un punto di riferimento per gli amanti della natura selvaggia, degli scenari incontaminati e delle storie cariche di mistero.
L’arcipelago canario offre una varietà straordinaria di litorali per tutti i gusti: spiagge di sabbia nera vulcanica, coste di ciottoli levigati, insenature nascoste o ampie distese di sabbia dorata – sia naturale che artificiale – che si estendono lungo oltre 1.500 chilometri di costa, distribuiti tra le sue sette isole principali e gli isolotti minori.
Tra tutte queste meraviglie costiere, Cofete spicca per la sua lunghezza impressionante e il suo fascino primitivo. Situata sull’isola di Fuerteventura, nella parte meridionale dell’isola, la sua estensione supera i 13 chilometri, con alcune fonti che indicano una misura fino a 14 chilometri. È unanimemente riconosciuta da portali ufficiali del turismo, mezzi di comunicazione e viaggiatori esperti come la spiaggia più lunga delle Canarie e una delle più vaste d’Europa, un luogo che sfugge alle logiche del turismo di massa e invita alla contemplazione.
Natura selvaggia e biodiversità straordinaria
Cofete, che comprende anche un piccolo nucleo abitato fatto di case sparse e rudimentali infrastrutture, si trova nel cuore del Parco Naturale di Jandía, una delle aree protette più importanti dell’isola. Secondo il Comune di Pájara, la spiaggia misura circa 14 chilometri di lunghezza per 60 metri di larghezza e si suddivide in due aree principali: Cofete e Barlovento, entrambe accessibili attraverso strade sterrate che ne preservano l’isolamento.
L’area è rinomata per la sua straordinaria biodiversità, con un ecosistema delicato ma resiliente che ospita numerose specie animali e vegetali endemiche e rare. Qui è possibile osservare uccelli migratori, rettili autoctoni e piante adattate alle condizioni estreme del clima arido. Inoltre, nelle immediate vicinanze si innalza il Pico de la Zarza, la vetta più alta di Fuerteventura con oltre 800 metri d’altitudine. Il monte offre sentieri panoramici e viste mozzafiato sull’oceano Atlantico, rendendo la zona una meta ambita anche per gli escursionisti.
Camminare lungo Cofete è un’esperienza quasi mistica: l’assenza di servizi, il vento costante e la forza delle onde trasmettono una sensazione di libertà assoluta. Non è raro trovare tratti interi della spiaggia completamente deserti, dove l’unico suono è quello del mare. Per questo motivo, Cofete viene spesso descritta come un luogo fuori dal tempo, ideale per chi cerca solitudine e immersione totale nella natura.
Villa Winter: tra storia, mito e leggenda
Oltre alla bellezza naturale, Cofete è anche custode di un enigma che affascina visitatori, curiosi e studiosi: la Villa Winter. L’edificio fu costruito nel 1946 dall’ingegnere tedesco Gustav Winter, una figura tuttora controversa per i suoi presunti legami con il regime nazista. La villa, composta da due piani, una torre circolare e varie stanze sotterranee, ha dato origine a numerose teorie e leggende che si tramandano da decenni.
Secondo alcune ipotesi – mai confermate da fonti ufficiali – la struttura sarebbe stata utilizzata come punto di osservazione per il transito di sottomarini tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, sfruttando la posizione isolata e strategica della spiaggia. La presenza di pareti spesse, una torre con visuale a 360 gradi e presunti passaggi sotterranei ha alimentato la fantasia popolare.
Tuttavia, mancano prove concrete a sostegno di queste affermazioni. Testimonianze orali parlano di bunker, laboratori e celle, ma nessuna documentazione ufficiale ne attesta la veridicità. Pedro Fumero, attuale custode della villa e nipote di una coppia che vi ha lavorato, ha raccontato di aver visto elementi insoliti durante l’infanzia, ma si tratta di memorie non verificabili. Inoltre, alcuni storici e ricercatori locali sottolineano che la bassa profondità delle acque nella zona renderebbe altamente improbabile l’attracco o il transito di sottomarini tedeschi.
A rendere ancora più suggestiva la leggenda è il romanzo Fuerteventura dello scrittore spagnolo Alberto Vázquez Figueroa, che ha ambientato proprio nella Villa Winter una trama di spionaggio nazista, contribuendo così a consolidarne il fascino oscuro. La narrazione romanzata ha dato nuova linfa al mito, attirando sul luogo l’attenzione di giornalisti, documentaristi e registi interessati a svelarne i misteri.
Negli ultimi anni, la villa è diventata meta di visite guidate e reportage investigativi, sebbene lo stato di conservazione dell’edificio e l’assenza di un museo strutturato rendano difficile una piena valorizzazione del sito. Alcuni propongono di trasformarla in centro culturale o museo della memoria storica, ma l’idea resta ancora sulla carta.
Tra realtà e suggestione
La Villa Winter rimane avvolta nel mistero, sospesa tra storia e immaginazione collettiva. Anche se non esistono prove certe che ne confermino un coinvolgimento diretto in operazioni belliche, il sito continua ad attirare appassionati, curiosi e turisti in cerca di atmosfere fuori dal comune. È questo intreccio tra natura selvaggia, architettura enigmatica e leggende persistenti a rendere Cofete un luogo davvero unico.
In un’epoca in cui il turismo tende spesso alla ripetizione e all’omologazione, Cofete rappresenta una sfida alla consuetudine: un luogo dove la bellezza si accompagna al silenzio, e la storia si mescola con il vento e la sabbia, lasciando spazio alla riflessione e al mistero.