Un rapporto europeo conferma ciò che si denuncia da anni: povertà strutturale, immobilismo politico e nessuna via d’uscita per una società sempre più diseguale

Di Italiano alle Canarie

Abbiamo sprecato fiumi di parole, lanciato allarmi, pubblicato dati, sollevato interrogativi. Ma tutto cade nel vuoto. La povertà nelle Canarie è diventata una condizione permanente, cronicizzata, e questo ennesimo rapporto europeo non fa che ribadirlo con numeri impietosi. Siamo di fronte a una stagnazione istituzionalizzata, dove la politica, sia locale che nazionale, è un attore fuori luogo.

Il turismo resta l’unica carta giocata, una scorciatoia che serve solo a riempire le casse nel breve termine e ad arricchire i soliti noti, protagonisti di uno spettacolo economico ormai stanco e privo di visione.

All’orizzonte non si vede nessuno in grado di costruire un’alternativa reale e duratura. Nessuna visione, nessuna volontà di rompere un modello fallimentare: solo retorica, passerelle e proclami vuoti. E intanto, la povertà quotidiana morde la carne viva di decine di migliaia di famiglie che non hanno più tempo per aspettare “strategie future”.

Infatti, le Canarie continuano a occupare una delle posizioni più vulnerabili del Paese, secondo quanto evidenziato dal 15° Rapporto sullo Stato della Povertà pubblicato dalla Rete Europea di Lotta contro la Povertà e l’Esclusione Sociale (EAPN). Nel 2024, il 32,4% della popolazione dell’arcipelago è a rischio di povertà e/o esclusione sociale, ben al di sopra della media nazionale, che si attesta al 25,8%. In altre parole, una persona su tre nelle Isole vive in una situazione di grave vulnerabilità, collocando la regione tra le cinque comunità autonome con i risultati peggiori, preceduta solo da Andalusia, Castilla-La Mancha, Estremadura e Murcia.


Mentre a livello nazionale si registra un lieve miglioramento grazie alla crescita del reddito medio e al contenimento dell’inflazione, nelle Canarie la povertà non solo non regredisce, ma si fa più acuta. Il rapporto lo chiarisce senza ambiguità: ci sono meno persone povere, ma quelle che restano in questa condizione sono sempre più lontane dal poterne uscire. Aumenta la cosiddetta “soglia di povertà relativa”, il che significa che il reddito delle persone vulnerabili si allontana sempre più dal minimo necessario per una vita dignitosa.

Un decennio perso

La povertà severa non ha subito riduzioni significative, e molte delle persone colpite nell’Arcipelago presentano una combinazione di fattori di esclusione, tra cui privazioni materiali e sociali gravi, e la permanenza in nuclei familiari con bassissima intensità lavorativa. Questi indicatori evidenziano una povertà strutturale, cronica, e sempre più difficile da affrontare, nonostante il miglioramento della media nazionale.

Negli ultimi dieci anni, l’indice AROPE nelle Canarie si è ridotto solo di 1,2 punti percentuali (dal 33,6% nel 2015 al 32,4% nel 2024), mentre la media nazionale è scesa di 2,9 punti. L’Arcipelago, dunque, non solo non avanza al ritmo necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 — che prevede il dimezzamento della povertà rispetto al 2015 —, ma conferma una condizione di stagnazione allarmante.

Le cause

Il rapporto individua diverse cause alla base di questa situazione: il persistere della disoccupazione strutturale, l’alta precarietà e temporaneità dei contratti di lavoro, il costo sempre più elevato dell’abitazione, e l’incidenza elevata dei nuclei familiari monoparentali — soprattutto quelli guidati da donne —, dove il 50,3% vive in povertà. La presenza di minori in casa — frequente nelle Canarie — aumenta ulteriormente il rischio di esclusione.

Sebbene il rapporto evidenzi una crescita del reddito medio superiore all’indice dei prezzi al consumo, ciò non significa che la fascia più povera della popolazione ne abbia beneficiato. Al contrario, si suggerisce che il miglioramento abbia interessato i redditi medi o alti, lasciando indietro i più vulnerabili. Secondo EAPN, è imprescindibile rafforzare lo stato sociale nelle regioni più colpite e adottare misure mirate che tengano conto delle specificità sociali ed economiche dell’Arcipelago.

Intrappolata tra le cifre

Le Canarie continuano a vivere questo circolo vizioso della povertà, prigioniere di statistiche che riflettono la realtà quotidiana di migliaia di famiglie che, nonostante timidi segnali di miglioramento, non intravedono ancora una vera via d’uscita.