Un sistema che frana sotto il peso della burocrazia e dell’inerzia politica, lasciando famiglie e minori senza risposte, né tutele.
Di Italiano alle Canarie
Un’altra illusione cade: molti italiani credono che i servizi pubblici in Spagna — e in particolare alle Canarie — siano più efficienti di quelli italiani. Ma nel delicato ambito della disabilità, la realtà racconta tutt’altro. Qui il sistema perde letteralmente i pezzi, lasciando famiglie e minori in attesa per anni, privati dei loro diritti più fondamentali.
Tempi infiniti per una valutazione che dovrebbe essere rapida
La Direzione Generale della Disabilità delle Canarie non rispetta i termini stabiliti per le valutazioni e si rifiuta di fornire dati sulla reale domanda o sul personale incaricato. Una persona può attendere oltre cinque anni per il riconoscimento della propria disabilità, quando la legge prevede un massimo di tre mesi per le richieste presentate prima del 20 aprile 2023 e sei mesi per quelle successive.
L’allungamento dei termini da 3 a 6 mesi per le richieste presentate dopo il 20 aprile 2023 sembra più un tentativo maldestro di coprire un problema strutturale che di risolverlo. Non si è aumentata l’efficienza del sistema: si è solo dilatato il tempo legale per dare l’illusione che venga rispettato.
Reclami in aumento vertiginoso
Nel 2024 sono stati presentati 603 reclami sull’area Disabilità — un aumento del 94,5% rispetto al 2023. La gran parte riguarda i ritardi nel riconoscimento o nella revisione del grado di disabilità (412 casi).
E la tendenza continua: nei primi sei mesi dell’anno, la Difensora Civica delle Canarie, Lola Padrón, ha ricevuto 400 nuove denunce. La conclusione è chiara: “Si violano sistematicamente i termini di legge per i procedimenti di riconoscimento e revisione della disabilità, e le violazioni sono generalizzate.”
I bambini pagano il prezzo più alto
Il rapporto evidenzia un incremento dei reclami da parte di genitori con figli tra 0 e 16 anni, soprattutto con diagnosi di disturbi dello spettro autistico. L’urgenza è ovvia: “Ogni anno perso rappresenta un’occasione mancata di sviluppo e integrazione.”
In molti casi, si devono attendere fino a cinque anni anche solo per essere convocati alla valutazione, con la conseguente impossibilità di accedere a diritti, aiuti e benefici.
Silenzio istituzionale e mancanza di dati
Dal 2023 il Difensore Civico ha avanzato sei richieste ufficiali per ottenere informazioni fondamentali: quante persone attendono la valutazione, quali sono i criteri di priorità, quanti operatori sono disponibili. Solo due di queste richieste hanno ricevuto risposta.
La mancanza di trasparenza impedisce qualsiasi analisi concreta e aggrava ulteriormente il problema.
Liste d’attesa fuori controllo e disuguaglianza tra isole
Il personale degli Equipos de Valoración y Orientación è chiaramente insufficiente. Le richieste superano di gran lunga la capacità operativa, generando liste d’attesa che oltrepassano ogni soglia accettabile.
A tutto questo si somma una forte disuguaglianza territoriale. Un esempio emblematico: a Fuerteventura, un minore con autismo può ricevere il riconoscimento in circa 18 mesi; a Tenerife, può dover aspettare tra cinque e sei anni.
Un sistema che si trascina in un limbo burocratico, con costi umani elevatissimi. E che, almeno in questo ambito, dimostra con chiarezza che “Spagna” non è sempre sinonimo di efficienza o di un servizio migliore rispetto all’Italia.