Nel 2024 il consumo è aumentato del 51% rispetto al 2004. Dietro al fenomeno si celano disuguaglianze, trasformazioni culturali e carenze nei servizi di cura.
Di Italiano alle Canarie
Che il fenomeno dei piatti pronti rifletta l’attuale andamento socio-culturale non è una novità. Tuttavia, nel contesto canario, questo trend assume sfumature particolari. Senza voler urtare la sensibilità di nessuno, va riconosciuto che l’arcipelago non vanta una tradizione gastronomica così vasta e articolata come quella della Spagna peninsulare — questo è un dato oggettivo.
A questo si aggiunge il clima mite che favorisce la vita all’aperto e il consumo fuori casa, in ristoranti o luoghi di aggregazione. Alla luce di questi elementi, l’incremento del consumo di piatti pronti non sorprende più di tanto, ma offre comunque spunti significativi su come stanno cambiando le abitudini alimentari nelle isole.
Nelle Isole Canarie si consuma oggi il 51% in più di piatti pronti rispetto al 2004. Un incremento legato a diversi fattori, tra cui la pressione dei ritmi lavorativi, la necessità di risparmiare tempo e la crescente offerta a basso costo nei supermercati.
Cosa mangio domani? è la domanda che molti si pongono ogni giorno. Organizzare i pasti è diventato un compito sempre più gravoso, tra mancanza di tempo e stress quotidiano. La risposta, per molti, si traduce nell’acquisto di cibi già pronti.
Il fenomeno riguarda tutta la Spagna, ma anche le Canarie. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione, il consumo pro capite di piatti pronti nelle isole ha raggiunto i 14,54 chilogrammi all’anno. Sebbene al di sotto della media nazionale (17,19 kg), la crescita è evidente.
Nel 2004 il consumo medio era di 9,63 chili per persona. Nel 2014 era salito a 10,93, mentre nel 2024 si attesta a 14,54. Una crescita lenta nella prima decade (+13,5%) ma molto più marcata nella seconda (+33%).
Trasformazioni economiche e ritmi di vita
Secondo l’analisi del Collegio Ufficiale delle Scienze Politiche e della Sociologia delle Canarie, l’incremento del consumo di piatti pronti sarebbe riconducibile a una combinazione di fattori sociali, culturali ed economici tra loro interconnessi.
A livello economico, Gil sottolinea il crescente ricorso all’esternalizzazione delle attività domestiche, tra cui la cucina, a causa di orari di lavoro spezzati, molto comuni nel settore dei servizi, predominante nell’arcipelago.
Tradizionalmente associato a famiglie con reddito elevato, oggi il consumo di piatti pronti si è esteso anche ai nuclei a reddito medio e basso, grazie all’offerta accessibile di supermercati e marche commerciali.
Il carico della cura familiare e la disparità di genere
Un altro elemento riguarda il persistente squilibrio nella gestione e organizzazione non retribuita, che continua a gravare in larga misura sulle donne, spesso costrette a conciliare in solitudine lavoro, famiglia e vita personale, e questo favorisce soluzioni pratiche e veloci.
Il fenomeno è evidente nelle famiglie con figli. Da una prospettiva di genere, viene sottolineato come la gestione quotidiana dell’alimentazione ricada ancora in larga parte sulle donne, evidenziando un quadro di diseguaglianza strutturale, e che l’aumento del consumo di piatti pronti è anche sintomo della mancanza di corresponsabilità e di politiche pubbliche a sostegno dell’accudimento familiare.
Giovani e nuovi modelli alimentari
Sul piano culturale, il cambiamento nei modelli alimentari, soprattutto tra i giovani o nelle famiglie unipersonali è evidente, dove cucinare perde centralità a favore di stili di consumo più individualisti e funzionali.
Questo mutamento è legato alla digitalizzazione e all’uso di app per il food delivery, ma anche a una visione più utilitaristica del cibo: non più esperienza culturale o sociale, bensì semplice risposta a un bisogno fisiologico.
Tradizione gastronomica a rischio
Il quadro attuale mostra una dualità crescente del mercato: da un lato, una gamma di piatti pronti più costosi e salutari; dall’altro, un’offerta economica ma meno sana, destinata a chi dispone di minori risorse economiche.
Questa dinamica non solo riflette, ma rischia di rafforzare le disuguaglianze sociali, poiché l’accesso a un’alimentazione sana appare sempre più vincolato alla condizione socioeconomica.
Tra comodità e implicazioni sociali
In conclusione, l’aumento del consumo di piatti pronti alle Canarie è un fenomeno complesso, figlio dei cambiamenti nel lavoro, nella cultura e nella società. Una comodità che, tuttavia, pone interrogativi cruciali sulla salute pubblica, sull’equità sociale e sulla preservazione della cultura gastronomica locale.