Tracce romane tra mito, leggenda e scoperte archeologiche
Di Italiano alle Canarie
Quando pensiamo all’Impero Romano, immaginiamo legioni marcianti, anfiteatri colossali e strade lastricate che univano l’Europa, l’Africa del Nord e il Medio Oriente. Ma c’è un angolo remoto dell’Atlantico che incuriosisce gli storici: le Isole Canarie. I Romani sapevano della loro esistenza? Ci sono davvero tracce della loro presenza?
Le Isole Fortunate nei testi antichi
I Romani conoscevano probabilmente le Canarie con il nome di “Isole Fortunate” (Fortunatae Insulae), un concetto mitico già presente nelle narrazioni greche. Si trattava di isole lontane, dal clima perfetto e dalla natura rigogliosa, un vero paradiso terrestre.
Plinio il Vecchio, nel Naturalis Historia (I secolo d.C.), cita l’esistenza di alcune isole al largo delle coste dell’Africa nord-occidentale, menzionando anche una “Canaria” popolata da “grandi cani” – da cui il nome odierno. Plinio riferisce una spedizione romana inviata da Re Giuba II di Mauretania, alleato dell’impero, che esplorò l’arcipelago.
Scambi e navigazioni: legami indiretti?
Nonostante le Canarie non abbiano mai fatto parte ufficialmente delle province romane, alcuni indizi suggeriscono contatti indiretti:
I Romani commerciavano intensamente con la Mauretania Tingitana (odierno Marocco), e navigazioni verso occidente potrebbero aver toccato le Canarie.
Alcuni reperti (come anfore e altri oggetti in stile romano) sono stati rinvenuti nelle isole, ma la loro origine è incerta: scambi occasionali? Naufragi? Influenza culturale?
Scoperte recenti: i Romani nell’Isola di Lobos
Una ricerca pubblicata nel 2024 da un team congiunto delle università canarie (ULPGC e ULL) ha portato alla luce nuove prove significative: i Romani furono probabilmente i primi umani a raggiungere le Canarie, già nel I secolo a.C., prima dell’arrivo dei Berberi tra I e III secolo d.C.
Il sito chiave è l’“Islote de Lobos”, tra Fuerteventura e Lanzarote, dove sono stati rinvenuti resti di un insediamento stagionale romano legato alla produzione di tintura porpora, ottenuta da molluschi marini. Le analisi al radiocarbonio hanno datato l’attività del sito tra il 315 a.C. e il 15 d.C., rendendolo uno degli avamposti più occidentali dell’Impero Romano.
Gli scavi condotti tra il 2012 e il 2024 hanno rivelato due fasi distinte di occupazione (denominate “Lobos I” e “Lobos II”), confermando la natura industriale e temporanea della presenza romana. Queste scoperte, pubblicate anche sulla rivista PNAS, rafforzano l’idea che i contatti romani con le Canarie furono reali, anche se non strutturati in colonie permanenti.
I Guanci e le origini berbere
I Guanci, i primi abitanti delle Canarie, mostrano tratti culturali e genetici legati al Nord Africa berbero, in particolare alla regione dell’attuale Maghreb. Studi genetici recenti confermano una forte connessione con popolazioni berbere, avvalorando l’ipotesi che siano giunti sulle isole attraverso navigazioni in epoca tardoantica. Ciò non esclude contatti occasionali con il mondo romano, vista la romanizzazione di parte del Maghreb, ma non esistono prove dirette di interazione sistematica tra Guanci e Romani. La cultura guancia si sviluppò in modo autonomo, con caratteristiche proprie legate all’adattamento all’ambiente insulare, mantenendo pratiche agricole, rituali e sociali indipendenti per secoli fino all’arrivo dei conquistadores nel XV secolo.
Esilio imperiale: mito o realtà?
Un’altra ipotesi affascinante, anche se scarsamente documentata, riguarda l’idea che i Romani utilizzassero le Canarie come luogo di esilio per oppositori politici o personaggi scomodi. Alcune fonti tardoantiche e successive leggende suggeriscono che queste isole lontane, difficili da raggiungere e fuori dalle rotte principali, potessero fungere da remoto confino per chi era stato allontanato da Roma.
Tuttavia, non esistono prove archeologiche o documentali dirette che confermino questa pratica con certezza. L’immagine delle Canarie come ‘terra d’esilio’ potrebbe essere nata in epoca più tarda, alimentata dalla loro posizione geografica e dall’alone di mistero che le circondava.
Mito o realtà?
Non possiamo parlare di una “presenza romana” nel senso classico del termine (con colonie, città e legioni), ma è sempre più accettata l’idea che:
– I Romani conoscessero l’esistenza delle Canarie.
– Esploratori e mercanti potrebbero averle raggiunte sporadicamente.
– Le isole avevano un ruolo marginale, ma non totalmente sconosciuto, nei margini estremi della geografia imperiale.
Le ultime scoperte sull’Isola di Lobos ci mostrano che i Romani andarono oltre la leggenda, lasciando tracce concrete del loro passaggio anche in questo remoto angolo dell’Atlantico.