La Procura europea ha deciso di occuparsi delle indagini sul caso Mascarillas perché ritiene che la possibile frode di quattro milioni di euro subita dal sistema sanitario delle Canarie all’inizio della pandemia possa avere ripercussioni sui fondi europei e ha chiesto al tribunale incaricato del caso di “astenersi” dal prendere ulteriori provvedimenti.

In un decreto emesso dalla sede centrale di Madrid, la Procura europea annuncia che sta attivando il suo “diritto di richiamo” per assumere la giurisdizione sul caso e sulle sue indagini, in quanto sospetta che il denaro pagato in anticipo dal Servizio sanitario delle Canarie per l’acquisto di un milione di mascherine FFP3, mai ricevuto, possa provenire dal FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale).

Il testo del decreto, anticipato dal quotidiano “El Cierre Digital”, ricorda che, secondo il diritto dell’Unione europea, le autorità nazionali che stavano indagando su questa presunta appropriazione indebita di fondi pubblici (il Tribunale di istruzione numero 7 di Las Palmas de Gran Canaria e la Procura anticorruzione) “sono obbligate a rinviare i loro procedimenti”.

Il Tribunale ha sospeso le dichiarazioni che aveva programmato per questo venerdì dopo aver ricevuto questa comunicazione, secondo fonti vicine al caso, in cui sono accusati l’ex direttore del Servizio Sanitario delle Isole Canarie Conrado Domínguez, che si è dimesso la scorsa settimana, proprio a causa di questo caso; l’ex direttore delle Risorse Economiche del Servizio Sanitario Pubblico delle Isole Canarie Ana María Pérez e l’uomo d’affari Rayco Rubén González, proprietario di RR7.

Secondo i fatti oggetto dell’indagine, il Servizio Sanitario delle Canarie ha pagato nel 2020, all’inizio della pandemia, quattro milioni di euro per una partita di un milione di mascherine FFP3 che non ha mai ricevuto dalla società RR7, un’azienda dedita al commercio di automobili senza alcuna esperienza precedente nell’importazione di materiale sanitario.

Le maschere oggetto del contratto sono arrivate all’aeroporto di Gran Canaria, ma la dogana le ha intercettate e distrutte, perché si trattava di prodotti 3M contraffatti.


Di conseguenza, il Servizio Sanitario delle Isole Canarie ha deciso di annullare l’ordine a RR7.

Un anno dopo, nel 2021, Conrado Domínguez autorizzò la riattivazione del contratto, nonostante fosse già stato legalmente rescisso, e a RR7 fu data la possibilità di importare un altro lotto di 1,2 milioni di maschere di un’altra marca a fronte del denaro già pagato, maschere che la SCS non ricevette.

Per questi fatti, Conrado Domínguez è stato accusato dei reati di prevaricazione e traffico di influenze; Ana María Pérez, di prevaricazione; e l’uomo d’affari Rayco Rubén González, di frode aggravata e riciclaggio di denaro.

Nella sua ultima sentenza su questo caso, il 30 ottobre, il giudice incaricato ha annunciato di aver ravvisato l’inizio di un quinto reato, l’appropriazione indebita, e di ritenere che il caso abbia preso “una svolta radicale” in seguito alla dichiarazione del proprietario della società RR7, l’imputato Rayco Rubén González.

Il giudice ha affermato in quell’ordinanza che González ha fornito prove che potrebbero “dare origine a numerose derivazioni dei fatti e a nuovi contratti”, oltre a portare “all’estensione dell’indagine a nuove persone”.

Dopo tale ordinanza, l’indagine sul caso è stata formalmente dichiarata segreta per “evitare la distruzione delle fonti di prova o per neutralizzare il risultato dei procedimenti concordati”.

Nella sua dichiarazione, Rayco Rubén González ha alluso a contatti con l’allora direttore dell’SCS che aveva negato di aver avuto.

Venuto a conoscenza del contenuto di questa testimonianza, il presidente delle Isole Canarie ha convocato Conrado Domínguez per dargli spiegazioni, in un colloquio che si è concluso con la decisione di quest’ultimo di dimettersi dal suo incarico.