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Chi erano i nuovi coloni

di Ilaria Vitali

Dopo l’atroce sterminio dei Guanches, le isole Canarie si popolarono dei nuovi coloni.

Il tessuto sociale agli inizi appariva come un bizzarro e variopinto arazzo.

Ai pochissimi aborigeni rimasti, vennero aggiunti i superstiti di altre popolazioni con analogo destino e provenienti da continenti passati sotto la marcia inarrestabile dei conquistadores spagnoli, come Guinea, Capo Verde e Congo.

Ma i veri coloni che si sentirono autorizzati a costruire una nuova civiltà nell’arcipelago furono gli stessi conquistadores rimasti: alcuni in cerca del regio perdono per aver commesso gravi reati contro la Corona e altri invece premiati per i servizi resi con appezzamenti terreni.


Il che è decisamente bizzarro: se hai sbagliato resti alle Canarie, se sei stato ligio al dovere resti alle Canarie.

Un’indiscutibile astuzia della Corona spagnola per mantenere il controllo sui suoi possedimenti!

Il nuovo popolo godette improvvisamente di vantaggi insperati quali terreni ottimi per l’agricoltura e gli allevamenti e una posizione strategica per il commercio con altri paesi.

Tassello dell’incredibile mosaico iniziale furono anche i cosiddetti rifugiati, coloro cioè che cercavano rifugio dalla giustizia per crimini o ruberie commessi altrove.

Per un certo periodo le isole Canarie furono protagoniste di un gran via vai di razze e culture diverse, rappresentarono il “nuovo mondo” o più semplicemente un refugium peccatorum di tutto rispetto.

Vi furono indiani provenienti dalle colonie spagnole delle Indie, ebrei che arrivavano dal Portogallo in cerca di un luogo dove non fossero discriminati, italiani genovesi desiderosi di sfruttare le potenzialità commerciali delle isole, fiamminghi interessati unicamente all’importazione di tessuti e zucchero ma anche francesi e inglesi.

In particolare questi ultimi tra il 1586 e il 1596 arrivarono sull’isola fingendosi scozzesi o irlandesi quando i rapporti commerciali tra Spagna e Regno Unito cessarono di esistere.

Grazie all’adozione della Real Pragmática del 1480 che favoriva il libero transito degli abitanti delle diverse colonie spagnole, la nuova società canaria non mantenne il livello di repressione e discriminazione che si respirava nel continente e le isole divennero un punto di attrazione per diverse minoranze.

Successivamente la Corona spagnola, nel timore che si verificasse un’invasione africana sulle tranquille isole dell’arcipelago appena conquistato, permise solo alle popolazioni cattoliche o a coloro che si erano convertiti al cattolicesimo di insediarvisi, senza nessuna tolleranza.

E con quello che aveva combinato l’Inquisizione con il Santo Oficio, argomento della prossima puntata del viaggio nella storia canaria, ci si può credere.