cura con erbeL’antica pratica dello yerbero

Alle radici della medicina naturale

di Magda Altman

Quella dello yerbero è una figura anticamente indispensabile per la comunità canaria e non solo.

Con l’impiego di erbe e rituali lo yerbero (o curandero) pretendeva di guarire da ogni male l’essere umano che ne era afflitto.

Fin dai tempi remoti l’uomo viveva con angoscia la malattia, spesso interpretata come punizione divina, e cercava il rimedio miracoloso per espiare malanno e presunto peccato.


Sfruttando le erbe del luogo, lo yerbero divenne un punto di riferimento rassicurante per la popolazione che a lui si affidava per disagi fisici, mali d’amore e rituali propiziatori.

A metà tra superstizione e realtà, l’impiego di alcune erbe come panacea per tutti i mali è andato via via sparendo nei paesi più sviluppati, dove è stato sostituito dalla farmacologia chimica.

La scoperta che il 10% delle piante endemiche selvatiche delle isole Canarie posseggono una utilità medicinale ha riportato l’attenzione al loro utilizzo, riprendendo ciò che era rimasto di tradizione e folclore.

Lo yerbero possedeva un’indubbia conoscenza della medicina a base di erbe, patrimonio lasciato in eredità ai molti erboristi e anziani delle isole che ancora vi fanno ricorso.

Così oggi, alla luce di studi mirati, si scopre che i bizzarri rituali del passato eseguiti da yerberos o curanderos non avevano nulla da eccepire con la conoscenza erboristica attuale.

Uno dei rituali più frequenti era quello operato per liberare da parassiti intestinali la popolazione.

La schiena del paziente, posto con la faccia rivolta a terra, veniva cosparsa con sangue di gallina nera o meglio di gallo.

Si procedeva poi ad effettuare una rasatura del volto fino a produrre sanguinamento per poi spalmarvi sangue di lombrichi mozzati; decisamente orripilante ma è nel trattamento che segue che troviamo la vera sorpresa.

Il paziente nei 4 giorni successivi era invitato ad assumere 1 volta al giorno 3 g di polvere di santónico a digiuno.

Il santónico altro non è che ajenjo marino o più scientificamente Artemisia marittima.

L’Artemisia marittima contiene una sostanza-principio attivo, la santónina, che è un potente vermifugo.

Attiva contro acari, vermi, nematodi dei bambini e altri parassiti intestinali, è una pianta diffusa alle isole Canarie e ampiamente utilizzata ancora oggi da vecchi yerberos con efficacia.

La medicina popolare canaria è basata sull’utilizzo delle piante endemiche dell’arcipelago che si sono rivelate un bene prezioso per la moderna erboristeria.

Il presente, prima o poi, riabbraccia il passato e non sempre questo è negativo.