immagine tratta dal sito ufficiale cuevadelviento.netViaggio al centro della terra: la Cueva del Viento a Tenerife

di Ilaria Vitali

Se Jules Verne avesse potuto solo per un attimo buttare uno sguardo alla “bocca” famelica che si apre sulle viscere della Terra a Icod de los Vinos sull’isola di Tenerife, possiamo scommettere che la spedizione di Otto Lidenbrock anziché dall’Islanda, è da qui che sarebbe partita.

La Cueva del Viento, autentico patrimonio di inestimabile valore storico e biologico, è uno tra i più estesi tubi lavici al mondo (20 km per ora accertati), generato almeno 27.000 anni fa in seguito all’eruzione del Pico Viejo.

Qui il passato è come un respiro costante delle viscere della Terra, mai come in questo luogo si ha la sensazione di addentrarsi in un vero e proprio essere vivente.

Abitata dai Guanches che vi lasciarono importanti testimonianze di sepolture, fino al 1776 nessuno prestò grande attenzione alla Cueva e la prima vera esplorazione avvenne nel 1969 da parte della sezione speleologica de La Guancha del Grupo Montañero de Tenerife.


Grazie ad essi si ottenne una prima topografia dei primi 6 km della Cueva e nel 1973 una successiva spedizione inglese, la Shelton Mallet Caving Club, portò alla scoperta di un pozzo di collegamento con una galleria ancor più in profondità, aumentando la topografia a 10 km totali.

Negli anni a seguire si aggiunsero nuovi tratti, gallerie, pozzi di collegamento fino alla incredibile scoperta nel 1994 di una voragine di 17 metri di profondità con al suo interno una cascata di lava che la collega ad un piano ulteriore del tubo vulcanico, della lunghezza di 2,35 km.

La Cueva del Viento contiene, come la leggendaria grotta di Jules Verne, un patrimonio di inestimabile ricchezza; ma non parliamo di diamanti e lapislazzuli bensì di unicità biologiche che hanno fatto girare la testa a molti studiosi.

Il particolare habitat della Cueva, buio totale, elevata umidità, temperatura costante, mancanza di piante verdi, ha portato allo sviluppo di essere viventi unici al mondo come il Gallotia goliath e il Canariomys bravoi, una lucertola e un ratto gigante oggi estinti.

Ma vennero scoperti anche scarafaggi privi di occhi come i Loboptera subterranea o i coleotteri Wolltinerfia tenerifae, assolutamente sconosciuti alla scienza.

Con un totale di 43 specie scoperte, è stato possibile realizzare studi più approfonditi sulle mutazioni resesi necessarie per gli esseri viventi al fine di sopravvivere in tali condizioni, veri e propri adattamenti genetici quali la perdita degli organi della vista, la scomparsa della pigmentazione e l’adozione di una particolare forma di alimentazione (la saprofagia ovvero l’assunzione di materiali organici in decomposizione come cibo primario).

La spedizione immaginaria di Jules Verne partita dall’Islanda sbucò ai piedi del vulcano Stromboli; se mai fosse partita da Tenerife chissà mai dove sarebbe terminata, di sicuro avrebbe incontrato qualche Guanche disposto a svelare almeno un paio di misteri sulla sua civiltà.