Foto da interris.it
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Pillole di sport

di Claudio Palumbo

PARALIMPIADI… la forza dell’autostima

L’uomo cosiddetto normale cammina, usa le mani, vede. Insomma, compie un percorso naturale in quello che chiamiamo ciclo della vita. A volte ci si imbatte in qualche difficoltà di indole studentesca, sportiva, lavorativa, sentimentale e non sappiamo reagire; non mangiamo, piangiamo, sbattiamo le porte e per giunta ci abbattiamo autodefinendoci depressi. Voglio morire!… Ma cosa ne sappiamo noi!

Uno dei peggiori trauma che può affrontare l’essere umano è la diversità fisica in via permanente. Molti di essi si percepiscono sin dalla nascita come conseguenza di malformazioni, altri per cause accidentali, o peggio ancora, se il nostro corpo si deteriora a causa di malattie.

Una buona dose di autostima a volte non basta, il difficile in questi casi è riuscire ad avere un intorno comprensivo e disposto ad affrontare, in maniera diversamente abile, il naturale percorso del ciclo della vita.


A questo proposito la pratica sportiva può compiere il miracolo. Orandum est ut sit mens sana in corpore sano, recitava il poeta Giovenale (Satire, X, 356) affermando che lo sport sviluppa il coraggio e mantiene viva l’anima.

Oggi, il disabile non è più oggetto di semplice assistenza ma un soggetto di diritto al quale riconoscere pari opportunità nella gestione del proprio tempo libero.

In Italia, con il solito ritardo, e nel resto del mondo esistono le federazioni sport disabili, che in armonia alle delibere e indirizzi emanati dal Comitato Paralimpico Internazionale promuove e sostiene la pratica sportiva per tutte le categorie di disabilità.

LUDWING GUTTMANN e lo sport riabilitativo

Ludwing Guttmann, neurochirurgo tedesco, lavorava nell’ospedale ebraico di Breslavia, in Polonia. Costretto a scappare a causa delle persecuzioni razziali, si rifugia a Stoke Mandeville, in Inghilterra, dove introduce lo sport come parte della riabilitazione dei pazienti affetti di lesioni spinali. È proprio qui che nasce l’idea che è alla base delle Paralimpiadi.

Guttmann tratta veterani della Seconda Guerra Mondiale con lesioni spinali. Insieme alle cure mediche e alla fisioterapia affianca l’attività sportiva, restituendo loro quello spirito di amicizia e fratellanza di cui avevano bisogno per poter essere felici anche in carrozzina.

Nel 1948 sir Ludwing Guttmann organizza una competizione ufficiale di tiro con l’arco in concomitanza con le Olimpiadi di Londra. Un successo organizzativo e un divertimento unico per i pazienti.

I giochi di Stoke Mandeville diventano internazionali quando nel 1952 partecipano numerosi veterani di guerra olandesi. L’entusiasmo generale da vita alla prima Paralimpiadi a Roma nel 1960. Quindi non più solo terapia ma anche agonismo.

MARTIN MCELHATTON, una vita fantastica

All’età di 18 anni viene investito da un camion rimanendo paralizzato dalla vita in giù. -“Il centro di Stoke Mandeville mi ha regalato una nuova vita, una vita fantastica”- Mr Mcehlatton, oggi Chief Excutive della Fondazione Wheelpower, si racconta: -”La mia prima vacanza dopo l’incidente è stata nel 1981, a Firenze. Bellissima, ma con quei ciottoli!. Oh Dio, mi sono detto, se sono arrivato fin qui posso andare dove voglio”-. All’epoca Martin giocava nella squadra inglese di basket in carrozzina.

PRIMA PARALIMPIADI MODERNA: ROMA 1960

L’8 settembre nello stadio dell’Acquacetosa 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi sfilano davanti a 5mila spettatori. L’Italia presenta la delegazione più numerosa e conquista 28 medaglie d’oro, 30 argenti e 24 bronzi. Tra le discipline che vengono praticate ci sono il biliardo, il tennis tavolo, il giavellotto, il tiro con l’arco, la scherma e la pallacanestro.

Seul 1988 decreta il punto di svolta. Da questo momento tutte le edizioni si svolgeranno nella stessa città e negli stessi impianti delle Olimpiadi. In questa edizione fa la sua comparsa la bandiera paralimpica bianca con le tre gocce di color rosso, verde e blu a simboleggiare la mente, lo spirito, il corpo.

RIO 2016

I XV Giochi Paralimpici estivi si sono svolti a Rio tra il 7 e il 18 settembre. Prima volta in Latinoamerica e di conseguenza anche in questa occasione, dopo Sydney 2000, durante il loro periodo invernale. Due le new entry: la canoa e il triathlon. Record di partecipanti, ben 4350 atleti provenienti da 176 paesi.

L’Italia ha presentato una folta delegazione, 101 atleti che hanno gareggiato in 18 discipline, capitanati da Martina Caironi, portabandiera alla Cerimonia Inaugurale e da Beatrice Vio, portabandiera alla Cerimonia di Chiusura. La compagine italiana ha ottenuto il nono posto in classifica generale con 39 medaglie complessive; 10 ori, 12 argenti e 15 bronzi. Top ten che mancava dal lontano 1972.