immagine-tratta-da-catadelvino-comdi Magda Altman

Il vino delle Canarie vanta una lunga tradizione cominciata nel XIV secolo per mano dei conquistadores.

La prima vigna apparve sull’isola di Tenerife nel 1497 grazie al portoghese Fernando de Castro, che precedette di qualche anno l’inglese John Hills, che piantò un vitigno nel 1526 a El Hierro.

Inizialmente, quello del vino fu un esperimento ma la malvasia conosciuta come Malvasía Canarias diventò ben presto una vera e propria fonte di ricchezza per 3 secoli.

A partire dal 1515 il vino canario cominciò ad essere esportato a Madeira, poi a Jerez e in Inghilterra con grande successo e apprezzamenti.

A causa di diatribe commerciali con i diversi paesi, l’industria vinicola conobbe un lento declino a partire dal XVII secolo, calo che divenne poi vertiginoso a causa di malattie insorte ai vitigni che determinarono la fine della produzione su larga scala.


Fu solo nel 1985 con la creazione della Denominazione di Origine Tacoronte-Acentejo che si tentò di riscattare il business vinicolo; l’operazione funzionò e così in pochi anni si arrivò all’individuazione di 5 vini DO certificati, la cui produzione è divisa tra Tenerife, Gran Canaria, La Gomera, El Hierro, La Palma e Lanzarote.

Tenerife possiede la più grande riserva di vitigni Tacoronte Acentejo dell’isola nonché la più estesa.

blog-parte-alta1Il vino prodotto per la maggiore è quello rosso e rosato, da vitigni che si estendono dalle pendici del Teide fino al mare.

Lanzarote invece è nota per la sua Malvasía, un vino dai delicati sentori aromatici.

I vigneti sono spettacolari alla vista, caratterizzati da muretti di protezione dal vento per ogni vitigno.

In particolare nella zona di la Geria il terreno sabbioso vulcanico trattiene acqua dalle scarse precipitazioni e il terreno protetto dai muretti funge da isolante termico.

Il vino che si produce a la Geria si distingue in un bianco fermo con aromi di mandorla, in un rosso pieno e morbido e in un rosato fresco e fruttato.

Gran Canaria con i suoi differenti microclimi risulta un’isola particolare per la produzione del vino; l’influenza degli alisei conferisce ai vini bianchi un aroma fruttato e ben equilibrato, con colori ambrati e giallo paglierino.

I vini rosati sono armonici e fruttati mentre quelli rossi, dal colore intenso, lasciano al palato toni lievemente balsamici.

lapalmA La Palma i vitigni sono estesi tra i 200 e i 1200 metri sul livello del mare; tipico della zona a nord è il Vino de Tea che ha un’alta gradazione alcolica (tra i 15 e i 22°) e viene tenuto in botti di pino per 6 mesi prima di essere imbottigliato.

La vinificazione a El Hierro conta solo su 300 ettari di vitigni, la maggior parte dei quali a poca altitudine sul livello del mare; la coltivazione è lenta e difficile, i piccoli vitigni sono sostenuti da forcelle per evitare che i grappoli tocchino terra.

Il terreno sabbioso di origine vulcanica dona al vino bianco, il più prodotto, un aroma fruttato, tinte verdognole ed estrema leggerezza; di contro il vino rosso è intenso, potente, corposo, difficilmente dimenticabile.

La Gomera, infine, produce un interessante vino bianco che si distingue per il suo colore giallo limone e il suo aroma intenso e pulito.

Alle Canarie il vino è un autentico patrimonio naturale e culturale.

I vitigni occupano il 10% delle aree delle isole con 100 varietà di vino, alcune delle quali DOP.

La cultura del vino, grazie al ricambio generazionale e all’aumento degli scambi commerciali, è associata ancora ad un concetto sano di intrattenimento.

E alle Canarie, culla della tradizione, il vino non poteva che essere incluso nelle straordinarie tipicità che queste isole sanno offrire.