Almeno otto locali della zona hanno già ricevuto la delibera che limita gli orari di apertura.

I proprietari dei locali e dei ristoranti di via Joaquín Costa e di piazza Betancores hanno annunciato che faranno ricorso contro la delibera comunale che li obbliga a chiudere le loro terrazze alle dieci di sera.

Almeno otto degli undici interessati dal provvedimento, secondo il settore, hanno già ricevuto la delibera del municipio, contro la quale faranno ricorso per evitare la restrizione degli orari di apertura e nel frattempo cercare di trovare un accordo con il Comune.

La chiusura alle dieci di sera, hanno insistito ieri gli imprenditori Esteban Araña e Najwa William, porterà alla chiusura di molti locali, perché significa che “i clienti andranno in altri locali e ristoranti”.

I ristoratori hanno insistito sul fatto che si tratta di una misura che crea un “pericoloso precedente” perché “la stessa cosa potrebbe accadere ad altre terrazze della città, non appena un vicino si lamenta”. Hanno ritenuto che sia il Comune a dover controllare, attraverso la polizia locale, la folla di persone in strada.

Il provvedimento

Il Dipartimento di Urbanistica, diretto da Javier Doreste, ha annunciato la scorsa settimana la chiusura anticipata delle terrazze dei locali situati in via Joaquín Costa, tra le vie Lucas Navarro e Fernando Guanarteme, e la piazza Betancores alle ore 22:00, con mezz’ora in più per lo sgombero e la pulizia.

Il provvedimento arriva a poche settimane dall’ultima sentenza – la terza in meno di un anno – che ha dato ragione ai residenti, ha ordinato al Comune di adottare misure per porre fine all’inquinamento acustico nella zona e lo ha obbligato a risarcire altre tre persone.


Secondo l’annuncio dell’amministrazione comunale, la chiusura anticipata delle terrazze ha lo scopo di tutelare il diritto al riposo e al tempo libero dei residenti, nonché di promuovere lo sviluppo del settore della ristorazione, considerato di grande importanza per la città e per il turismo.

Secondo William, questa misura fa esattamente il contrario e per questo ha insistito sulla necessità di organizzare un incontro con le autorità municipali per trovare un’alternativa che non costringa a chiudere alle dieci di sera.

Il CC chiede altre misure

Da parte sua, il portavoce di Coalición Canaria (CC), Francis Candil, ha criticato la restrizione degli orari di apertura e ha aggiunto che “questa è una giunta che negli ultimi otto anni non ha fatto assolutamente nulla per migliorare la situazione delle terrazze e del settore alberghiero e della ristorazione in città”. Tutto quello che ha fatto è stato sedersi e aspettare che una sentenza dopo l’altra condannasse il consiglio per non aver fatto nulla”.
Secondo Candil, il governo tripartito “ha la mania di aspettare che i problemi si incancreniscano per poi entrare come un elefante in un negozio di porcellane”.

“È chiaro”, ha sottolineato, “che dobbiamo essere in grado, come Comune con molte attività turistiche e alberghiere e di ristorazione, di conciliare le due posizioni, sia quella dei titolari di attività alberghiere e di ristorazione che quella dei residenti, e per questo il Consiglio deve proporre soluzioni e alternative, dal finanziare l’installazione di doppie finestre in aree particolarmente rumorose al perseguire quelle attività alberghiere e di ristorazione che non rispettano alcuna normativa e che provocano costantemente l’intervento delle forze dell’ordine perché nelle loro vicinanze si verificano risse e tafferugli”.

Candil, senza nominarla, ha fatto riferimento alla discoteca Pequeña Habana, “un’attività che per anni ha dovuto essere chiusa in molti fine settimana dalla Polizia Nazionale e il Comune non è intervenuto né ha fatto nulla”.

La Redazione LGC