L’inflazione è scesa al 7% in ottobre nelle Isole Canarie, con un calo dell’1,2%.

L’inflazione sta entrando nelle sabbie mobili nelle isole. Come nel resto del Paese, il costo dell’energia è contenuto ma, dall’altra parte della medaglia, il prezzo dei prodotti alimentari è in aumento. Prodotti di base come uova e latte costano oggi oltre il 20% in più rispetto a un anno fa, a causa delle restrizioni alle esportazioni dovute alla guerra in Ucraina e all’aumento del costo dei mangimi. In generale, gli alimenti sono diventati più costosi nelle Isole che mai: 14,7% -15,4% nel Paese nel suo complesso rispetto al 2021-; si tratta dell’aumento più elevato su base annua e questo spiega l’aumento mese su mese dell’IPC di 0,5 -due decimi in meno nel Paese nel suo complesso- e lascia l’indice al 7% (7,3 a livello nazionale), rispetto allo stesso mese dello scorso anno, o al 5,4 dall’inizio dell’anno.

Ma ciò che preoccupa davvero, e il motivo per cui ieri le associazioni datoriali dell’Arcipelago hanno insistito con i governi sulla necessità di attuare misure che nel breve periodo consentano il contenimento dei prezzi e altre che compensino i costi aggiuntivi per le imprese canarie, è il già più che evidente contagio inflazionistico alla parte del costo della vita in cui le riduzioni dei prezzi nei mesi successivi non saranno facili. L’inflazione sottostante, che prescinde dai prezzi dei beni energetici e degli alimentari non lavorati (frutta e verdura), si è attestata al 6,2% su base annua a livello nazionale, mentre nelle Isole è salita al 6,4%, con una crescita mensile dell’1,2%, due decimi di punto percentuale in più rispetto all’indice registrato dalla media nazionale (1,0%).

La crescita di questo indice è quindi più intensa nelle Isole Canarie, il che significa che il prezzo degli elementi più strutturali del paniere di consumo è al valore più alto dell’intera serie storica e che dà continuità alla tendenza al rialzo iniziata nel luglio 2022.

Nel complesso, tuttavia, l’IPC si è moderato. Il 7,3% nazionale di ottobre si lascia alle spalle il 9,8% registrato a marzo e il 10,3% di giugno, cifre che non si vedevano da 30 anni. I prezzi dell’energia, che sono stati la componente più inflazionistica dall’inizio della guerra iniziata dalla Russia a febbraio e dalla conseguente crisi energetica, sono ora anche il motivo della sua moderazione.

Così il gruppo di IPC più influenzato dal costo dell’energia, quello dell’Abitazione, ha registrato un calo, sia nelle Isole Canarie che nella media nazionale, anche se con maggiore intensità nel Paese nel suo complesso (-6,6%) rispetto alle Isole (-5,9%), nonostante la bolletta dell’elettricità si sia contratta del 14,4% a livello nazionale e del 18,4% nelle Isole, rispetto a settembre.

Con il 7,3% di ottobre – 7% nelle Isole Canarie, in calo dell’1,2% rispetto all’8,2% di settembre e già lontano dal vertiginoso 9,5% di agosto – il dato nazionale sull’inflazione coincide con quello anticipato e rappresenta 1,6 punti in meno rispetto all’8,9% di settembre e il dato più basso da gennaio, quando il CPI si è attestato al 6,1%. Si tratta del terzo calo consecutivo dopo il picco del 10,8% di luglio.


Per regione, il tasso annuale dell’IPC è diminuito a ottobre rispetto a settembre in tutte le comunità autonome. I cali maggiori si sono verificati a La Rioja, Castilla-La Mancha e Castilla y León, con diminuzioni rispettivamente di 2,1, 2 e 1,9 punti. I cali minori si sono registrati nelle Isole Canarie e in Cantabria, con diminuzioni di 1,2 punti ciascuno.

Il governo centrale ha sottolineato ieri che alla base di questa riduzione dell’inflazione ci sono misure come “il meccanismo iberico, lo sconto sui trasporti pubblici o la riduzione delle tasse sulle bollette del gas [nella penisola] e dell’elettricità, oltre al calo dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali”.

La Redazione LGC