Secondo il DSM-5 (1) il trauma (2) è un’esperienza in cui il soggetto ha provato, o ha assistito, o si è trovato di fronte ad un evento potenzialmente letale, con pericolo di morte o di gravi ferite, o ad una minaccia alla propria integrità fisica o a quella degli altri. In alcuni casi, se il trauma non viene elaborato in modo funzionale, la persona può riportare reazioni continue e prolungate ad eventi passati, anche da molto tempo. Qui si può parlare di PTSD, cioè di disturbo dei processi di memorizzazione dell’esperienza traumatica ovvero disturbo post traumatico da stress.

«Penso che quest’uomo stia soffrendo a causa dei suoi ricordi» (Sigmund Freud, 1895).

Ma come funziona il processo di immagazzinamento degli eventi nella memoria?

Quando un’esperienza viene rielaborata con successo, essa viene archiviata in modo adattivo. Ma nel caso in cui ci siano dei disturbi del sistema di elaborazione dovuti a stati di forte arousal (3) (stato di eccitazione caratterizzato da un maggiore stato attentivo-cognitivo di vigilanza e di pronta reazione agli stimoli esterni) i ricordi sono elaborati in modo inadeguato e archiviati in modo disadattivo.

Tra i diversi modelli di lavoro per il trattamento del trauma e del disturbo post-traumatico da stress si evidenzia l’EMDR (eye movement desensitization and processing) (4).

La focalizzazione dell’EMDR è sul ricordo dell’esperienza traumatica che ha contribuito a sviluppare il disagio o la patologia presentata dal paziente.


Il modello EMDR usa la tecnica dei movimenti oculari bilaterali che producono un effetto significativo nella riduzione delle emozioni negative e dell’intensità delle immagini (Chris Lee e Cuipers, 2013).

La desensibilizzazione ed il cambiamento di prospettiva in ambito cognitivo osservabile durante una seduta EMDR riflettono l’elaborazione del ricordo dell’evento traumatico e si osserva che il paziente, per la prima volta, vede il ricordo lontano, modifica le valutazioni cognitive su di sé incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando quelle disturbanti.

Naturalmente un ciclo di sedute presso uno studio psicologico può abbreviare e risolvere lo stato traumatico del soggetto.

Spero che queste piccole pillole di psicologia possano essere di aiuto e ispirazione per il lettore che, se lo riterrà opportuno, potrà anche contattarmi per via telefonica (+39 – 393 183 86 10) o tramite posta elettronica ([email protected]).

Dott. Francesca Romana Dottori

Psicoterapeuta

 

1 Il termine DSM è l’acronimo di Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders («Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali») ed è uno degli strumenti diagnostici per disturbi mentali più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo.

2 Il termine trauma deriva dal greco τραύμα e significa ferita.

3 L’arousal o livello di eccitazione corticale e vigile è un termine della neurologia medica , della fisiologia e della psicologia che designa un’attivazione fisiologica e psicologica generale dell’organismo, che varia su un continuum che va dal sonno profondo all’eccitazione intensa.  secondo Gould e Krane. ​2 ​L’eccitazione è uno stato fisiologico del corpo in stato di veglia, in risposta a stimoli interni ed esterni (Goulde e Krane, 1992).

4 È una tecnica terapeutica utilizzata per desensibilizzare e rielaborare i traumi psicologici in modo naturale. Il metodo è stato creato ed è stato sviluppato dal 1987 da Francine Shapiro. (Dottorato in Psicologia). Shapiro ha osservato casualmente che, in determinate condizioni, il movimento degli occhi  potrebbe ridurre l’angoscia associata ai pensieri negativi .